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sabato 24 dicembre 2011

L'OFFERTA DEL DEMONIO

Noi c’eravamo in consiglio comunale. Volevamo ascoltare. Abbiamo visto tanta sofferenza. Tanta non ne avevamo mai vista sui volti dei nostri concittadini. Tanta da sentirsi smarriti a guardarla in faccia, da piegare il capo di fronte a tanta dolorosa dignità.
Abbiamo letto i giornali, abbiamo parlato con la gente, discusso con i nostri conoscenti, ci siamo confrontati con i nostri familiari, con i nostri amici.
Questa vicenda è riuscita a scalfire la apatica indifferenza della nostra piccola città di provincia, spingendo anche gli animi più distaccati a porsi “il problema”.
Accettare o meno il risarcimento proposto da uno degli imputati al nostro Comune per uscire definitivamente dal processo Eternit?
L’amministrazione comunale, sbalordendo e spaccando la città, si è espressa in modo favorevole al risarcimento, ignorando le ragioni dei familiari delle vittime e tutte le parti in causa.
Indipendentemente dalle ragioni espresse dall’amministrazione, tutte a nostro avviso censurabili e di poco spessore, stupisce che la decisione sia stata presa senza il coinvolgimento, auspicato da più parti (dalla Diocesi Casalese al Ministro Balduzzi, da associazioni di tutto il mondo, etc.), delle parti lese.
Si tratta di un fatto senza precedenti che denota la completa mancanza di sensibilità da parte della classe politica cittadina nei confronti di un grave problema sociale, il problema per eccellenza della nostra città: la morte da amianto.
Il tema del risarcimento, da parte della Giunta cittadina, è stato trattato quale qualsiasi altro problema di ordinaria amministrazione, terminato con la comunicazione di una soluzione frettolosa e semplicistica presa accampando sterili ragionamenti tecnici, pseudo-legali e amministrativo-contabili surreali e inverosimili. E’ stato tirato in ballo molto spesso, da parte degli amministratori e dei consiglieri comunali, il concetto di responsabilità in caso di non accettazione, soprattutto amministrativa. Speravamo di non dover sentire argomentazioni così poco edificanti e poco coraggiose da parte di nostri rappresentanti.
Nessuno dei nostri amministratori e consiglieri, salvo rarissime eccezioni, ha compreso che questo non è un problema politico, ma un problema sociale e come tale andava affrontato (va affrontato se ancora ce ne fosse l’intenzione) secondo coscienza, non secondo le indicazioni di partito.
I consiglieri comunali non hanno avuto il coraggio di votare la decisione della giunta secondo coscienza, hanno tutti votato secondo le indicazioni del proprio schieramento, compatti.
Nessuna voce fuori dal coro.
Gli amministratori comunali, consiglieri e assessori, hanno dimenticato che sono espressione del popolo che li ha votati e che devono rendere conto a lui e a lui solo delle proprie decisioni, in particolar modo in caso di decisioni straordinarie, quali questa a cui sono stati chiamati.
Accettare il risarcimento significa accrescere ancora di più la sofferenza dei nostri concittadini, infierire sul loro dolore.
Accettare il risarcimento significa perdere la nostra identità quale comunità, tradire i nostri morti, i nostri ammalati e i loro eroici familiari, la loro tenace speranza nella giustizia e nel sostegno incondizionato nostro, dei loro concittadini, nella nostra solidarietà.
Accettare il risarcimento significa mortificare la speranza di tutte le persone, in tante parti del mondo marce di amianto, che hanno riposto in noi, nel nostro esempio di città in prima linea nella lotta all’amianto, la loro speranza di giustizia.
Non possiamo fare loro questo, i nostri concittadini impegnati nella lotta ci osservano straniti, dilaniati, il mondo ci guarda.
Un misantropo e la sua offerta. Un misantropo dipinto e che si definisce “filantropo”, grazie ad una ridicola offerta.
Il denaro. Le sue lusinghe. L’unico valore che è emerso dalle argomentazioni della dirigenza casalese.
Ma un’alternativa c’è, se non vogliamo coprirci di vergogna.
Si può ascoltare chi soffre.
Si può dire di no.
Essere sordi al richiamo di diaboliche ricompense significa avere la forza di affermare la nostra integrità quale comunità.
Cristiana Massarenti

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