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giovedì 31 marzo 2011

PROCESSO BREVE: E' SUBITO SCONTRO - MONETINE E INSULTI LANCIATI AI MINISTRI.

IN AULA, SEDUTA SOSPESA PER UN "VAFFA" DI LA RUSSA.

Brutta giornata ieri per la Camera dei deputati impegnata ad approvare, come riporta "La Stampa", "l'ennesima leggina ad personam, detta prescrizione breve" innescata dal Cavaliere si suppone per bloccare il processo Mills.
Protagonisti fuori dall'Aula sono stati monetine, insulti e contestazioni.
A Montecitorio si sono riuniti molti manifestanti per urlare il loro dissenso al disegno di legge sul processo breve. La folla infatti, ha lanciato monetine e insulti prima a Daniela Santanchè, denominandola "venduta, bugiarda" e, successivamente, si sono scatenati contro il ministro della Difesa Ignazio La Russa.
Il Ministro avrebbe sfidato la folla e circondato dalla stessa si sarebbe difeso dicendo "Non vi potete permettere..", come scrive "Corriere della Sera". I manifestanti hanno proceduto con insulti e appellativi: "Mafiosi! Ladri! Vi siete venduti per un piatto di lenticchie, schiavi di Bossi", come riporta sempre "Corriere della Sera" .
La Russa con qualche difficoltà, e grazie all'aiuto delle forze dell'ordine, è riuscito ad entrare in Aula, luogo in cui si innescherà il secondo scontro.
Il Ministro della Difesa infatti, esprime il suo rammarico in Aula, in quanto dice di aver riconosciuto tra i manifestanti l'organizzatore dei fischi contro Berlusconi e ribadisce che la manifestazione è stata organizzata dall'opposizione per creare scompiglio e tensione in un momento già difficile per l'Italia. Prende così la parola Dario Franceschini che lo accusa di aver voluto provocare i manifestanti. Come risposta La Russa applaude e gli urla "Bravo, bravo, bravo". Interviene allora, il Presidente della Camera Fini che richiama all'ordine il ministro della Difesa, ma quest'ultimo imperterrito continua. Al secondo richiamo di Fini, la Russa risponde con un "vaffa" e allora il Presidente della Camera dice: "Onorevole ministro, non le consento di insultare la presidenza! Sospendo l'Aula!" .
Non poteva mancare chi chiede già le dimissioni del Ministro della Difesa. Infatti il Terzo Polo, come scrive "Corriere.it", afferma: «Un ministro della Repubblica che, in un momento così delicato della vita del Paese, prima offende l'assemblea di Montecitorio con atteggiamenti arroganti e provocatori, e poi lancia un gravissimo insulto al presidente della Camera, cioè alla terza carica dello Stato, si rende responsabile di una violenta contrapposizione istituzionale che il suo ruolo non gli consente. A questo punto chiediamo a La Russa di dimettersi».


BLOG:
- Cosa ne pensate dell'intera vicenda?
- Ci troviamo di fronte all’ennesima legge ad personam?

FINTI OSPITI ALLA TV: A FORUM ESPLODE LA BUFERA

Tutti i quotidiani hanno riportato la notizia dei falsi terremotati aquilani ospitati venerdì scorso alla trasmissione "Forum" condotta da Rita dalla Chiesa.
I due finti marito e moglie, discutevano sulle sorti di un negozio distrutto dal sisma che ora occorreva rilanciare.
La "moglie - tarocca", una certa Marina Villa si è lasciata andare a forti dichiarazioni, come: "L'Aquila è ricostruita... la vita è ricominciata... ci sono case con giardini e garage" e ancora "bisogna ringraziare il Presidente...".
Sono state queste le frasi che hanno fatto scattare nei veri terremotati dell'Aquila risentimento, portandoli a denunciare il bluff.
In realtà i due coniugi attori di Forum erano diretti da due suggeritori posti vicino a loro e pronti a suggerire le frasi più consone da dire.
I due cialtroni, attori di professione, sono stati pagati per la recita circa 300 euro, ma non è finita qui! Si è successivamente scoperto che non solo la trasmissione "Forum" che ha come scopo di rendere colorite e animate le vicende legali e giudiziarie, ha ospitato attori, figuranti, comparse e finti personaggi, ma anche altri format come "Pomeriggio sul 2", "Quelli che il calcio", "Che tempo che fa", ecc... hanno come pubblico attori prontamente scelti e pagati in base a: se vengono solamente inquadrati, se parlano o se animano la discussione. In Rai infatti c'è un ufficio apposta che ha il compito di reclutare chi sarà il pubblico di una determinata trasmissione.
"Corriere della Sera" riporta una bellissima frase di Flaiano che già nel 1964 aveva anticipato: "L'applauso è diventato parte dello spettacolo... sottolinea l'ingresso di un personaggio, lo toglie d'imbarazzo se deve andarsene, lo incoraggia se è timido, lo premia se è spavaldo, lo perdona se è un cane.".Pertanto non è solamente un luogo comune quando si dice che la fantasia supera di gran lunga la realtà.
Ma ora viene da chiedersi:
- se i figuranti per mezz'ora di diretta prendono 300 euro e se pure i manifestanti, reclutati nelle piazze da opposizione o maggioranza, vengono degnamente retribuiti: quanto possono percepire dei conduttori che parlano di politica per condurre un'intera trasmissione? C'è realmente il rischio che anche giornalisti e conduttori siano pilotati?
- La televisione ci propone solamente ciò che vogliamo vedere e non ciò che realmente accade?
- Tutto questo possiamo tranquillamente definirlo, come la così detta, TV spazzatura?
Dite la vostra!!

martedì 29 marzo 2011

I GIORNALISTI INGLESI

L'austriaco Ernest Strasser del partito popolare europeo, lo sloveno Zoran Thaler degli eurosocialisti ed il romeno Adrian Severin, sempre degli eurosocialisti sono membri del Parlamento Europeo di Strasburgo. Anzi erano membri del Parlamento Europeo, dato che uno è stato espulso dal partito di appartenenza e gli altri due hanno annunciato le dimissioni.
Questo perchè sono stati filmati di nascosto da alcuni giornalisti inglesi, che fingevano di essere lobbisti, mentre accettavano la proposta di tangenti in cambio dell'impegno di far passare alcuni emendamenti.
Pare però che questa sia solo la punta dell'iceberg; infatti si parla di altri eurodeputati che si troverebbero nelle stesse condizioni e si teme che i 15.000 lobbisti che operano negli ambienti dell'Europarlamento ricorrano a sistemi particolarmenti convincenti per accompagnare e sollecitare i provvedimenti di loro interesse. Del resto l'ambiguo rapporto tra politica ed impresa trova momenti particolarmente critici proprio in istituzioni come quelle comunitarie da sempre caratterizzate da una situazione definita di "deficit di democrazia"
Nel parlamento italiano in quasi tre anni di legislatura hanno cambiato casacca 121 tra deputati e senatori, alcuni hanno ripetuto più volte il salto, in quattro hanno cambiato casacca per ben quattro volte. Non che si vogliano, beninteso, fare paragoni. Però quando apprendiamo che i nostri illustri parlamentari europei hanno accettato uno 15000 euro e un altro 12000, cominciamo a sospettare che gli italiani siano molto più cari.
O cominciamo a pensare che in Italia non abbiamo giornalisti inglesi.

lunedì 28 marzo 2011

LA NEBBIA DI LONDRA

Per illustrare il cattivo funzionamento della giustizia inglese dei propri tempi il grande scrittore Charles Dickens ha scritto pagine memorabili nelle quali parlava di processi lunghissimi, infiniti, sempre uguali a se stessi, nei quali generazioni di avvocati si susseguivano proseguendo la medesima causa, cercando, di decennio in decennio, di apportare nuovi mezzi di prova, nuovi precedenti giurisprudenziali, nuove estenuanti e non decisive ricerche. Il romanziere, utilizzando mezzi espressivi che sono propri dei grandi della letteratura, dà il senso dell’immobilismo della giustizia del tempo evocando l’immagine della città di Londra avvolta dalla tipica nebbia inglese che tutto ricopre, nasconde alla vista, creando una visione spettrale, immobile, quasi surreale.
Circa otto anni fa ho avuto l’opportunità di essere nominato giudice onorario del Tribunale della città in cui vivo. Si tratta di una esperienza della quale vado fiero; certo, non mi potevo considerare un magistrato a tutti gli effetti, per carità, ma comunque mi avevano dato da smaltire parte dell’arretrato dei processi civili del locale Tribunale e vi erano anche controversie complesse e di notevole valore.
Nel 2003 mi era arrivata una causa cominciata nel 1978, esattamente venticinque anni prima e, peggio ancora, la causa era nella fase istruttoria di primo grado, cioè quasi all’inizio. Andando di quel passo e calcolando le varie fasi di appello e Cassazione quel processo avrebbe potuto durare quasi come la vita media di una persona.
In questo arco temporale, dal 1978 al 2003, tutti gli avvocati della causa erano morti; del resto, forse, le parti in lite avevano optato per avvocati di una certa esperienza, quindi di una certa età e, si sa, venticinque anni sono un periodo di tempo non trascurabile rispetto alla durata media della vita umana.
Nel frattempo erano morti anche i litiganti; all’udienza di (obbligatoria) comparizione delle parti sono venuti i figli, i quali erano abbastanza sorpresi del fatto di dover investire una mattinata del loro tempo per una controversia della quale avevano sì sentito parlare quando erano ragazzini, ma che non ricordavano e che comunque pensavano in qualche modo risolta.
Cos’era successo durante tutto questo tempo? Anzitutto si era proposto con infinita frequenza il meccanismo che è (o forse era) il vero dramma del processo civile italiano, cioè l’udienza di mero rinvio: gli avvocati, senza neppure ricordare di che cosa tratti la causa, chiedono concordemente un rinvio ed il giudice, senza preoccuparsi troppo delle motivazioni della richiesta, lo concede, magari di sei mesi, otto mesi, un anno.
Ovviamente vi sono altre evenienze che hanno contribuito al raggiungimento di queste durate incredibili: frequenti trasferimenti del magistrato ad altra sede, dato che le sedi piccole sono normalmente “di passaggio” per i magistrati e la conseguente attesa per l’arrivo del giudice nuovo; la maternità del magistrato, che sembrerebbe avere durate incredibili, non compatibili con la fisiologia umana.
Ma tutti hanno dato un ottimo contributo al raggiungimento del risultato: il geometra nominato per una perizia tecnica, al quale erano stati dati novanta giorni per l’espletamento dell’incarico, dopo due anni non aveva ancora fatto nulla ed era stato sostituito. Il nuovo non aveva fatto tesoro dell’esperienza del predecessore dato che, essendogli stati concessi novanta giorni di tempo, pure lui dopo due anni non aveva fatto nulla e pure lui è stato sostituito.
Abbiamo quindi avvocati, alcuni ancora vivi, altri purtroppo deceduti; magistrati, che forse non ricorderanno la causa o per i quali già otto anni fa si affievoliva il ricordo del piccolo tribunale di provincia nel quale in gioventù prestarono servizio; geometri poco attenti alle scadenze; litiganti non sopravvissuti alla lunghezza del processo che avviarono, i loro eredi un poco sorpresi e confusi, tutti quanti trascinati in una storia surreale, presi in un gorgo incontrollabile, avvolti anche loro dalla nebbia londinese, fitta, impenetrabile, sempre uguale a se stessa, eterna.
E’ facile sparare sulla Croce Rossa, dice il detto popolare ed è facile criticare il sistema giudiziario italiano. Aggiungo solo questa.
In un piccolo tribunale posto in una zona a forte presenza di malavita organizzata i tempi di attesa per ottenere del Giudice delle Indagini Preliminari un provvedimento di custodia cautelare sono di circa un anno. Credo che questo significhi che quando i Carabinieri hanno individuato una persona da arrestare e non ci sono i requisiti per procedere ad un fermo, devono aspettare un anno per ottenere ed eseguire il provvedimento. Il che significa anche che il delinquente che non si fa cogliere sul fatto, ma dopo, ha comunque un anno di tempo per proseguire con calma le proprie attività. Ma significa anche che nella “concorrenza internazionale” tra ordinamenti penali, il nostro è, agli occhi dei delinquenti, purtroppo assolutamente vincente ed in grado di richiamare interessati da tutte le parti del mondo.
Insomma i buoni, cioè i carabinieri ed i danneggiati dal reato, sembrano avere la peggio ed i cattivi sembrano, almeno per il momento, avere la meglio.
Del resto, a pensarci bene, sempre un procedimento, civile o penale che sia, ha un buono, che ha ragione ed un cattivo, che ha torto. Chi ha torto è favorito da una giustizia lenta e scadente, chi ha ragione ne è danneggiato.
In conclusione esprimerei due grossi dubbi. Il primo è che non sono sicuro che nel riformare la giustizia non prevalgano gli interessi di chi ha tutto da perdere da una giustizia efficiente ed efficace. L’altro dubbio è che una riforma costituzionale, che porta via due anni di lavoro parlamentare, “non ci azzecchi nulla” con le situazioni paradossali che la nostra giustizia spesso crea.

IL TESORIERE

Il gruppo di Iniziativa Responsabile è spesso chiamato “la terza gamba della maggioranza” in quanto grazie ai suoi voti la maggioranza è rimasta in piedi.
Ma cos’è il gruppo Iniziativa Responsabile? E’ appunto un gruppo parlamentare presente alla Camera dei Deputati, composto da 29 membri, formatosi all’epoca dei voti di fiducia a Berlusconi, di cui fanno parte alcuni esponenti politici di un certo rilievo, quali Silvano Moffa ed Antonio Razzi, provenienti dal FLI dove erano confluiti dal PDL, Paolo Guzzanti proveniente dal Gruppo Misto, il neo ministro dell’agricoltura Francesco Saverio Romano, Massimo Calearo proveniente da Alleanza per l’Italia, ma già proveniente dal PD, per non dimenticare l’ormai mitico Domenico Scilipoti, proveniente dall’Italia dei Valori.
La formazione di questo gruppo era stata accompagnata da forti polemiche. Da un lato si è detto che il parlamentare non è legato da vincolo di mandato e può fare gli spostamenti che ritiene necessari; dall’altro si è parlato di “acquisizione” da parte di Berlusconi, usando volutamente una espressione che richiama poco edificanti accordi onerosi.
Comunque il gruppo c’è, manifesta qualche irrequietezza nell’attuale periodo di nomine e distribuzione di sottosegretariati, si è dato un organigramma: Presidente è Luciano Sardelli, portavoce è il noto ex giornalista Rai Francesco Pionati. Alla carica di Tesoriere, con il conseguente compito di amministrare, conservare ed incrementare il patrimonio del Gruppo, è stato nominato l’onorevole Maurizio Grassano.
Ed eccoci al punto, immancabile, inesorabile. Ieri il Tesoriere Maurizio Grassano è stato condannato dal Tribunale di Alessandria a 4 anni di reclusione per truffa con la pena accessoria dell’interdizione per 5 anni dai pubblici uffici.
Si tratta, è bene precisarlo, di condanna non definitiva; i difensori hanno proposto appello.
Tutti siamo in grado di porci le domande che vengono spontanee in questi casi e di fare le riflessioni che riteniamo opportune.
Non riesco però a dare risposta ad una domanda: perché nominarlo proprio tesoriere?

LAMPEDUSA: NUOVI SBARCHI MA NAPOLITANO DICE "NO A REAZIONI SBRIGATIVE"

Continuano gli sbarchi a Lampedusa, ormai gli immigrati ammontano a 1.933 nelle sole ultime 24 ore.
Partiti dalla Libia si contano moltissimi migranti e in un solo gommone a bordo si contavano 68 persone tra i quali numerose donne e bambini. Per non contare le molte imbarcazioni delle quali si sono perse le tracce, mentre altre vengono tratte in salvo in extremis dalla Guardia costiera.
Il "Corriere.it" scrive: "..sono quasi 7.000 gli immigranti nordafricani presenti sull'isola su un numero di abitanti che sfiora i 5.000".
Sono molti gli extracomunitari sistemati nel Centro di accoglienza messo a disposizione a Lampedusa e altrettanto numerosi sono coloro che si sistemano in "posti di fortuna".
Gli stessi extracomunitari in questi giorni starebbero iniziando lo sciopero della fame come protesta per affrancare i propri diritti, chiedendo più rispetto e migliori condizioni igieniche.
«Lampedusa è in ginocchio, è distrutta» sono queste le parole del Governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo riportate da "La Stampa.it", che successivamente ha chiesto un colloquio con Berlusconi e il consiglio dei ministri per fronteggiare l'emergenza. Poi Lombardo prosegue dicendo «Su Lampdeusa non possono stare che gli ottocento uomini che può accogliere con le strutture che ci sono ora. Le tendopoli le facciano pure in Val Padana e non solo in Sicilia, visto che siamo un Paese unito».
Il Ministro dell'Interno Roberto Maroni che esprime tutta la sua solidarietà e afferma «Le Regioni devono accogliere i profughi in arrivo a Lampedusa, ovvero le persone che hanno diritto di chiedere asilo, altrimenti agiremo d'imperio», come scrive "Corriere.it". Infatti il Viminale ha allestito, con tende dei campi temporanei per accogliere la popolazione giunta a Lampedusa.
Importanti arrivano le parole del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ricordando il nostro passato di emigranti. Infatti dice, come riporta "Corriere.it": «Di fronte alle nuove ondate di immigrati, in Italia ci sono ogni tanto delle posizioni, delle reazioni un po' sbrigative a livello di opinione pubblica alle quali non bisogna indulgere.. Piuttosto bisogna ricordare il nostro passato di paese numero uno in Europa per numero di emigranti .. Quali sono gli elementi in comune fra quella emigrazione storica italiana e questa oggi in arrivo in Italia? C'è la stessa ricerca talvolta disperata di lavoro e di vita decente...È importante che in Italia non si dimentichi di essere stati un paese di emigranti. Il modo di considerare chi arriva non può prescindere dall'esperienza dolorosa che abbiamo fatto, che alla fine si è rivelata gratificante, perchè in un paese come gli Stati Uniti, ad esempio, gli italiani siano riusciti a farsi strada».

BLOG:
- Secondo voi tutte le regioni italiane dovrebbero contribuire ad ospitare i nordafricano? E come?

venerdì 25 marzo 2011

SI AL COMANDO ALLA NATO IN LIBIA

E' stato raggiunto giovedì l'accordo formale che affiderebbe la gestione del comando dell'operazione in Libia alla Nato, per imporre la no fly zone.
Il Segretario Generale Anders Fogh Rasmussen, ha precisato che le azioni militari resteranno due: quella della coalizione, che si concluderà quando la popolazione dei civili sarà al sicuro dalla minaccia di attacchi e quando gli obiettivi della risoluzione 1973 saranno raggiunti e quella condotta dalla Nato che vuole fare rispettare l'interdizione dei voli sul territorio libico.
I dirigenti europei inoltre hanno dichiarato, come riporta "Corriere.it", che «L'Unione europea è pronta ad impegnarsi ad adottare nuove sanzioni, tra cui misure per garantire che i redditi del petrolio e del gas non arrivino più al regime di Gheddafi».
Mentre il Presidente francese Nicolas Sarkozy afferma di aver salvato molte vite umane con il tempestivo intervento in Libia e dice «ho evitato migliaia e migliaia di morti...potrebbe scattare il cessate il fuoco se le forze di Muammar Gheddafi rientreranno definitivamente nelle loro caserme e fermeranno il massacro di civili libici.», scrive "Corriere.it".
Anche gli Emirati arabi sono pronti ad inviare 12 aerei che faranno parte della no fly zone, in quanto l'aeronautica ha messo a disposizione sei F-16 e sei Mirage per partecipare ai pattugliamenti.
A Misurata i ribelli continuano a controllare il porto, mentre ieri le forze della coalizione hanno abbattuto un aereo libico e distrutto a più riprese le postazioni del rais e il bunker a Tripoli.
Secondo il segretario Usa, Hillary Clinton le cose starebbero lentamente cambiando, in quanto le forze alleate al colonnello starebbero indietreggiando e, prosegue il Segretario di Stato americano «Le truppe di Gheddafi sono state respinte, ma rimangono una grave minaccia per la sicurezza della popolazione», riporta "Corriere.it".
La Farnesina ha commentato che, passando il comando dell'operazione alla Nato, ad ospitare il quartiere generale dell'operazione sarà la base di Napoli e scrive "La Stampa.it" «Era esattamente quello che l’Italia chiedeva e anche se si tratta di un’intesa politica preliminare il nostro giudizio è certamente positivo perchè si tratta di un comando unico che evita una moltiplicazione di comandi...ci sarà un comando operativo esclusivo della Nato affiancato da un gruppo internazionale di alto livello, cioè una cabina di regia che fisserà le grandi linee della strategia politica dell’operazione, ma ciò non intacca la catena di comando esclusiva della Nato».
Il passaggio di consegna da Usa alla Nato avverrà nel giro di uno o due giorni.
Intanto il morale del premier Silvio Berlusconi starebbe migliorando, infatti come riporta "Corriere.it", lo stesso sottolinea «Abbiamo ottenuto non solo il pieno coordinamento Nato di tutte le operazioni della missione, ma anche l'applicazione puntuale della risoluzione dell'Onu. La coalizione è impegnata a difendere la popolazione civile, l'Italia non è entrata in guerra e non vuole entrarci».


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- Quali potrebbe essere gli sviluppo dopo che il comando sarà passato alla Nato?

giovedì 24 marzo 2011

ITALIA: NUCLEARE SI? NUCLEARE NO?

Grande è il dilemma in Italia se ripristinare il nucleare.
Una decisiva marcia indietro è avvenuta dopo la tragedia in Giappone, che apparentemente avrebbe frenato il Governo italiano.
La decisione di introdurre il nucleare in Italia era stata presa nel 1955 nella conferenza tenutasi a Ginevra nella quale era stato stabilito che si poteva dare il via "all'epoca del nucleare". Infatti il primo impianto fu costruito nel 1963 a Latina e il 12 maggio 1963 venne inaugurato, sempre a Latina, il più potente reattore nucleare del tempo in Europa (reattore Magnox). Non bisogna dimenticare anche altre centrali quali: Sessa Aurunca, Caorso e Trino.
Un decisivo stop al forte sviluppo dell'energia nucleare si ebbe con gli avvenimenti accaduti a Chernobyl e Russia che portarono ad indire tre referendum nazionali sull'argomento. Ne conseguì che l'80% dei votanti decretò la messa al bando del nucleare in Italia.
L'aumento dei prezzi di petrolio e gas, portarono il governo italiano nel 2008 a un ripensamento. Ci fu la proposta, per coprire il 25% del fabbisogno, di costruire 10 reattori.
Ora dopo gli avvenimenti in Giappone, si fa di nuovo un passo indietro ed è la prima volta che in Italia sia maggioranza che opposizione sono d'accordo a valutare per bene e con tutta calma il da farsi.
Infatti il governo si è preso un anno di pausa per accertarsi che non ci siano più rischi che vantaggi nella produzione di nuovi impianti nucleari e il primo punto all'ordine del giorno, come riporta "Corriere.it", «prevede modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 31/2010 sulla localizzazione, realizzazione di impianti di produzione di energia elettrica nucleare etc.». La decisione di applicare la moratoria di un anno è stata diretta dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta con Paolo Romani e il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo.
Molti sono coloro che hanno cambiato idea sull'argomento, infatti il 17% della popolazione italiana non sarebbe più così convinta e salgono al 68% le persone che sarebbero contrarie al ripristino del nucleare.
Importanti sono le dichiarazioni del Ministro dell'Ambiente, Prestigiacomo che afferma su "Il Messaggero.it" «Bisogna uscirne, ma in maniera soft. Ora non dobbiamo fare niente. Si decide tutto tra un mese» aggiunge poi il Ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani «Tutti devono fermarsi un attimo, capire quello che sta accadendo e cosa è meglio fare... è importante aspettare gli stress test che devono dare elementi per la sicurezza delle centrali... la questione nucleare non può essere portata avanti solo a livello nazionale essendo una questione europea». Concorde sulle affermazioni dei due ministri è Gianfranco Fini e anche Umberto Veronesi, presidente dell'agenzia per la sicurezza nucleare che ribadisce, sempre ne "Il Messaggero.it" «Noi abbiamo il vantaggio di ripartire da zero e di poter fare scelte libere da vincoli e siamo quindi nelle condizioni migliori per decidere con coscienza, prudenza, intelligenza, e senza fretta...». L'opposizione, anche se in minima parte, ha trovato il pretesto per accusare il governo di «voler prendere tempo per salvare se stesso, spinto questa volta dalla preoccupazione che i cittadini possano far sentire la propria voce nel referendum del 12 giugno..ed è un escamotage per non perdere le amministrative e il referendum, una presa in giro, il governo vuol chiudere la bocca agli italiani», come scrive "Corriere.it".
Inoltre si mormora che una massiccia affluenza alle urne per il la scelta sul nucleare condizioni il raggiungimento del quorum degli altri referendum, quelli sul legittimo impedimento e sulla privatizzazione dell'acqua.


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- Se guardiamo la mappa degli stabilimenti nucleari in Europa notiamo che l'Italia non è esclusa dal rischio di una eventuale esplosione. Per cui è così giusta la paura che si ha sulla creazione di centrali sul territorio italiano?
- Si è reticenti sul nucleare per i rischi che potrebbe comportare sulla popolazione o perché sappiamo che sarebbe "gestito all'italiana" un suo eventuale ripristino?
- Pensata che la moratoria di un anno sulla valutazione del nucleare presa dal Governo è effettivamente una pausa di riflessione oppure nasconde il tentativo di condizionare il quorum degli altri referendum?

mercoledì 23 marzo 2011

ASSOLTO IL TABACCAIO CHE UCCISE IL RAPINATORE

Giovanni Petrali, tabaccaio milanese di 77 anni, la sera del 17 maggio 2003 reagì a due rapinatori che avevano minacciato la moglie con una pistola ed avevano rubato 1300 euro. Pistola alla mano li inseguì, ne uccise uno e ferì l'altro.
Condannato in primo grado ad un anno e otto mesi per omicidio colposo e detenzione illegale dell'arma, ora è stato assolto in appello, nonostante le richieste del pubblico ministero di condanna a nove anni e sei mesi per omicidio volontario.
La politica ha variamento commentato l'assoluzione. Fuori dal palazzo di giustizia un gruppo di leghisti, guidati dall'europarlamentare Matteo Salvini, hanno manifestato dietro lo striscione "siamo tutti tabaccai". Salvini ha commentato, come riferisce "La Repubblica" dicendo che la sentenza "non è un invito a farsi giustizia da soli, ma un sospiro di sollievo per la gente perbene; candideremo Petrali alle prossime elezioni comunali".
Di altro segno il commento di Stefano Boeri, capolista PD alle comunali secondo il quale è sbagliato lasciare che i tabaccai, i negozianti ed i taxisti si difendano da soli.
Chiediamo ai nostri venticinque lettori: ritenete adeguate le attuali norme in tema di legittima difesa?
Chiediamo ai nostri politici ed agli esperti: qualcuno vuole elaborare una riforma delle vetuste norme che regolano la scriminante della legittima difesa?

Casale Monferrato è una città che vive una strage silenziosa, quella del cancro ai polmoni, sempre mortale, provocato dall'amianto.
Il 28 aprile è la giornata mondiale delle vittime dell'amianto e sono previsti un convegno internazionale, la proiezione, al teatro municipale, del documentario "Polvere" e la redazione di un documento con l'appello per la cessazione dell'uso dell'amianto nel mondo.
Gli studenti delle scuole superiori di Casale Monferrato, nel mese di maggio, si sdraieranno simbolicamente per le vie cittadine, per dare una idea visiva dello sterminio causato dall'amianto.

Piero Sarro, 40 anni, ha trascorso oltre nove mesi in una cella del carcere di Asti, accusato di aver effettuato una rapina in una farmacia sempre ad Asti.
Gli elementi di accusa nei suoi confronti erano costituiti da un filmato del sistema di videosorveglianza, che aveva ripreso il rapinatore mentre concludeva una telefonata, appena prima di aggredire il farmacista; nonchè dai tabulati telefonici che "dimostravano" che il cellulare del Sarro aveva terminato una chiamata proprio al momento della rapina. Ma si è scoperto che i sistemi di relevazione delle chiamate telefoniche era mal tarato e l'esame antropometrico del filmato, effettuato da un docente dell'università di Torino, ha dimostrato in modo inequivocabile che si trattava di una persona diversa.
Domanda finale a questo ennesimo caso di malagiustizia.
Che giustizia vogliamo: quella in cui si va un tanto al chilo, con grave pericolo per gli innocenti e grande sollievo per i veri colpevoli, oppure una giustizia che tuteli gli onesti?

Segnalo il libro del professor Ugo Mattei, docente all'Università di Torino ed all'università della California, libro dal titolo "L'acqua e i beni comuni".
L'autore sostiene il referendum sulla privatizzazione dell'acqua.
Trattasi di un argomento su cui riflettere.

lunedì 21 marzo 2011

LIBIA: TERZO GIORNO DI GUERRA E GLI ATTACCHI NON SI FERMANO

Continuano gli scontri in Libia.
Venerdì il via libera dell'Onu di attaccare le forze armate del colonnello Gheddafi. La coalizione anti-Gheddafi, composta da Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti coinvolta nell'operazione "Odyssey Dawn", non si ferma.
L’ammiraglio William Gorney, del Pentagono ha dichiarato che anche gli attacchi aerei condotti sulla Libia hanno avuto molto successo; ha inoltre precisato che nelle operazioni di imposizione della no fly zone sono coinvolti anche altri quattro Paesi: Italia, Canada, Belgio e Qatar.
Infatti anche sei Tornado italiani sono decollati dalla base di Trapani Birgi domenica, per distruggere i sistemi radar libici. L'operazione sarebbe perfettamente riuscita e gli aerei italiani sono poi rientrati alla base.
Il colonnello Gheddafi, durante un messaggio alla Tv di Stato libica, ha detto «Italia, sei traditrice», poi ha mosso accuse di tradimento anche verso la Gran Bretagna, la Francia e gli Stati Uniti.
Poco prima della missione italiana era scattato il cessate il fuoco, ma la tregua è durata poco, infatti il consigliere per la Sicurezza nazionale di Barak Obama, Tom Donilon ha sottolineato: "Non è la prima volta che le autorità libiche dichiarano la loro intenzione di applicare un cessate il fuoco per mettere fine alle violenze contro la popolazione civile libica." Frattini ha poi aggiunto "Noi auspichiamo che questa volta alle dichiarazioni facciano seguito azioni concrete".Tuttavia non si poteva più tollerare il massacro attuato dal rais contro il suo stesso popolo e pertanto l'Onu è dovuto intervenire per difendere i diritti umani. Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano ha così affermato «Non siamo entrati in guerra. Siamo impegnati in un operazione autorizzata dal Consiglio di sicurezza dell’Onu», come cita "Il Secolo XIX.it".
Il "Corriere.it" scrive: "Per la seconda volta, anche il Regno Unito ha lanciato dal Mediterraneo missili (da crociera) Tomahawk da un sommergibile di classe Trafalgar nel quadro di un piano coordinato della coalizione per applicare la risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'Onu che autorizza il ricorso alla forza contro il regime del colonnello Muammar Gheddafi", ha spiegato il generale John Lorimer.
Gli Stati Uniti, per voce del proprio presidente Barak Obama, hanno annunciato che nei prossimi giorni passeranno il comando dell'operazione ai franco-britannici, in quanto le truppe statunitensi sono già impegnate in due conflitti. Per ora sarebbero 124 i missili Usa lanciati contro la Libia.
Colpito da un missile anche il bunker di Gheddafi che, secondo alcune dichiarazioni del portavoce del regime, sarebbe stato distrutto completamente.
Intanto sale vertiginosamente il bilancio delle vittime degli scontri, come riporta il portavoce del Consiglio nazionale di transizione di Bengasi, Hafiz Ghoga: i morti e martiri sono già 8.000.
Notizia dell'ultima ora, ancora da confermare, sarebbe la morte del capitano dell'esercito Khamis Gheddafi, uno dei sei figli del colonnello Muammar, che sarebbe deceduto ieri a Tripoli. Khamis sarebbe morto per le ferite riportate nei giorni scorsi, quando un pilota dell'aviazione libica passato con l'opposizione avrebbe aperto il fuoco contro di lui.


BLOG:
- Come finirà questa guerra: sarà una guerra lampo o durerà a lungo come proclamato da Gheddafi?
- Condividete l’atteggiamento adottato dal Governo italiano?