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sabato 24 dicembre 2011

L'OFFERTA DEL DEMONIO

Noi c’eravamo in consiglio comunale. Volevamo ascoltare. Abbiamo visto tanta sofferenza. Tanta non ne avevamo mai vista sui volti dei nostri concittadini. Tanta da sentirsi smarriti a guardarla in faccia, da piegare il capo di fronte a tanta dolorosa dignità.
Abbiamo letto i giornali, abbiamo parlato con la gente, discusso con i nostri conoscenti, ci siamo confrontati con i nostri familiari, con i nostri amici.
Questa vicenda è riuscita a scalfire la apatica indifferenza della nostra piccola città di provincia, spingendo anche gli animi più distaccati a porsi “il problema”.
Accettare o meno il risarcimento proposto da uno degli imputati al nostro Comune per uscire definitivamente dal processo Eternit?
L’amministrazione comunale, sbalordendo e spaccando la città, si è espressa in modo favorevole al risarcimento, ignorando le ragioni dei familiari delle vittime e tutte le parti in causa.
Indipendentemente dalle ragioni espresse dall’amministrazione, tutte a nostro avviso censurabili e di poco spessore, stupisce che la decisione sia stata presa senza il coinvolgimento, auspicato da più parti (dalla Diocesi Casalese al Ministro Balduzzi, da associazioni di tutto il mondo, etc.), delle parti lese.
Si tratta di un fatto senza precedenti che denota la completa mancanza di sensibilità da parte della classe politica cittadina nei confronti di un grave problema sociale, il problema per eccellenza della nostra città: la morte da amianto.
Il tema del risarcimento, da parte della Giunta cittadina, è stato trattato quale qualsiasi altro problema di ordinaria amministrazione, terminato con la comunicazione di una soluzione frettolosa e semplicistica presa accampando sterili ragionamenti tecnici, pseudo-legali e amministrativo-contabili surreali e inverosimili. E’ stato tirato in ballo molto spesso, da parte degli amministratori e dei consiglieri comunali, il concetto di responsabilità in caso di non accettazione, soprattutto amministrativa. Speravamo di non dover sentire argomentazioni così poco edificanti e poco coraggiose da parte di nostri rappresentanti.
Nessuno dei nostri amministratori e consiglieri, salvo rarissime eccezioni, ha compreso che questo non è un problema politico, ma un problema sociale e come tale andava affrontato (va affrontato se ancora ce ne fosse l’intenzione) secondo coscienza, non secondo le indicazioni di partito.
I consiglieri comunali non hanno avuto il coraggio di votare la decisione della giunta secondo coscienza, hanno tutti votato secondo le indicazioni del proprio schieramento, compatti.
Nessuna voce fuori dal coro.
Gli amministratori comunali, consiglieri e assessori, hanno dimenticato che sono espressione del popolo che li ha votati e che devono rendere conto a lui e a lui solo delle proprie decisioni, in particolar modo in caso di decisioni straordinarie, quali questa a cui sono stati chiamati.
Accettare il risarcimento significa accrescere ancora di più la sofferenza dei nostri concittadini, infierire sul loro dolore.
Accettare il risarcimento significa perdere la nostra identità quale comunità, tradire i nostri morti, i nostri ammalati e i loro eroici familiari, la loro tenace speranza nella giustizia e nel sostegno incondizionato nostro, dei loro concittadini, nella nostra solidarietà.
Accettare il risarcimento significa mortificare la speranza di tutte le persone, in tante parti del mondo marce di amianto, che hanno riposto in noi, nel nostro esempio di città in prima linea nella lotta all’amianto, la loro speranza di giustizia.
Non possiamo fare loro questo, i nostri concittadini impegnati nella lotta ci osservano straniti, dilaniati, il mondo ci guarda.
Un misantropo e la sua offerta. Un misantropo dipinto e che si definisce “filantropo”, grazie ad una ridicola offerta.
Il denaro. Le sue lusinghe. L’unico valore che è emerso dalle argomentazioni della dirigenza casalese.
Ma un’alternativa c’è, se non vogliamo coprirci di vergogna.
Si può ascoltare chi soffre.
Si può dire di no.
Essere sordi al richiamo di diaboliche ricompense significa avere la forza di affermare la nostra integrità quale comunità.
Cristiana Massarenti

mercoledì 21 dicembre 2011

GIUSTIZIA E RISARCIMENTO, SOLDI E REGOLE

Sono note le vicende del processo in corso di svolgimento a Torino contro i titolari di una società, la Eternit, che ha lavorato per anni fibre di amianto, sostanza cancerogena, a Casale Monferrato. Questa attività ha provocato la morte di 1700 persone ed i casi di cancro continuano al ritmo di 50 vittime all'anno.
Uno degli imputati ha offerto al comune di Casale Monferrato la somma di 18.000.000 di euro a condizione che il comune stesso revocasse la costituzione di parte civile, uscendo definitivamente dal processo.
L'offerta, denominata subito "l'offerta del demonio" ha provocato forti polemiche e discussioni nella comunità cittadina.
Il Sindaco Demezzi e la sua maggioranza hanno deciso di accettarla; non condivido la scelta ma la posso comprendere. Il Sindaco ed i suoi Consiglieri sono, come tutti noi, ovviamente, uomini del nostro tempo.
Nel nostro tempo si sta attuando un epocale cambio di prospettiva: l'eterna lotta tra l'economia ed il diritto, tra i soldi e le regole, tra il vantaggio immediato e la visione del futuro sembra purtroppo essere terminata con la schiacciante vittoria di uno dei contendenti: l'economia, i soldi, i vantaggi.
Abbiamo dimenticato la storia: le vicende di donne e uomini che hanno vissuto, hanno lottato e sofferto, sono morti per costruire e condividere le regole delle società future non ci interessano più; ormai pensiamo di vivere in un mondo completamente nuovo, incompatibile con le categorie del passato, nel quale la tecnologia ci costruisce rassicuranti realtà virtuali.
Non ci interessa più la prospettiva del futuro, l'immediata tangibilità dei vantaggi presenti ci fa credere che non esista più il problema di costruire una società che si basa su un duraturo insieme di principi e regole condivise.
Senza storia e senza futuro viviamo in un eterno, infinito presente: sembra interessarci solo l'immediato, il vantaggio certo, da cogliere al volo; soprattutto se il vantaggio certo è di 18.300.000 euro, cifra notevole anche per un comune di medie dimensioni.
Nel nostro tempo la concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi ha raggiunto livelli mai visti; ci sono individui il cui patrimonio (e, conseguentemente, il cui potere) è superiore all'importo del PIL di un medio stato europeo. Inoltre mentre gli uomini si possono spostare da una nazione all'altra solo clandestinamente, attraverso fili spinati, su pericolose carrette del mare, i soldi viaggiano senza limiti e senza frontiere ad una velocità incredibile, con un semplice click sul computer; anche i migliori sistemi giudiziari ed i migliori avvocati che provano a sequestrarli per ottenere il risarcimento dei danni arrivano sempre dopo, quando ormai sono spariti.
In questo quadro la scelta del Sindaco sembra essere l'unica possibile: prendiamo quel poco che ci danno, qui, ora e subito; la storia passata è passata, rimane sullo sfondo; il futuro ci interessa poco, anche perchè gli stessi avvocati ci avvertono che probabilmente non ne verremo in niente.
Ritengo però che se la Politica voglia ancora essere scritta con la P maiuscola, debba fare uno sforzo difficile, doloroso: riappropriarsi del primato della storia e delle regole sul vantaggio immediato e sui soldi. La Politica deve, coraggiosamente, scegliere di andare fino in fondo, senza compromessi e transazioni, anche a costo di perdere il vantaggio immediato e tutti i 18.300.000 euro, perchè la Politica ha il dovere di far prevalere le regole e le prospettive future: nessuno deve pensare di violare la legge e di cavarsela a buon mercato.
Ora non possiamo ritenere che una persona che avrebbe provocato fin'ora 1700 morti in una città di 36.000 abitanti e potebbe provocarne ancora 50 all'anno per il prossimo decennio se la possa cavare, in termini di risarcimento alla collettività, versando una somma pari all'1% del proprio patrimonio, patrimonio che secondo la rivista Forbes ammonterebbe complessivamente a 2,23 miliardi di euro.
E' come se, scusate l'irriverente paragone, la multa per divieto di sosta fosse di euro 0,10: avremmo tutti trovato un posto molto economico per parcheggiare.
Quindi non è esatto pensare in termini di scelta tra il vantaggio immediato derivante dalla somma risarcita e le ragioni morali che arrivano dal dolore delle tragedie individuali; semplicemente la Politica non ha possibilità di scelta: se vogliamo essere il prodotto della nostra storia e costruire la società del futuro non dobbiamo neppure porci il problema, non esiste alternativa all'andare fino in fondo.
Tocca a noi; non possiamo pensare che lo facciano i poveracci che lavorano negli stabilimenti del terzo mondo, tra la polvere di amianto, per 50 dollari al mese o i ragazzini che nella povertà delle città africane ingeriscono sin da piccoli veleni mortali.
In conclusione: venerdì sera, nella sala del Consiglio Comunale, tra gli strepiti dei contestatori, le bandiere dei parenti delle vittime, il discorso del Sindaco continuamente interrotto, la Presidentessa vestita di rosa che agitava freneticamente il campanello per richiamare all'ordine, vi era un grande assente: la Politica con la P maiuscola

venerdì 22 luglio 2011

LA CASTA SCATENATA

Di un solo settore non si è ancora approriata la casata della grande impresa: l'attività ed i servizi professionali.
Una torta da 200 miliardi di euro l'anno, che non può passare inosservata ai famelici appetiti dei nostri cari imprenditori; con le loro risorse illimitate, con la proprietà di tutti i mezzi di informazione, con l'ormai noto armamentario di populistici luoghi comuni e di frasi ad effetto, con i dipendenti dei loro media pronti ai comandi, sono partiti alla carica.
Ma, a differenza di altri settori, la conquista delle professioni presuppone modifiche normative che non possono direttamente farsi da soli. Ma anche qui non c'è problema.
Scateni l'offensiva mediatica contro la casta della politica e la metti sotto ricatto; una politica debole ed impaurita, senza più risorse, sarà ben lieta di soddisfare le richieste di lor Signori.
Nulla di nuovo sotto il sole, è l'eterna lotta tra deboli e potenti. L'aspetto comico del caso in esame è che una casta di immuni da tutto e di privilegiati, definisca "casta" gli altri

martedì 26 aprile 2011

IL GRANDE CONCORSO "VINCI IL TUO LAVORO"

La Signora Francesca Saba spinge il suo carrello nel supermercato CSD di Villacidro, in Sardegna.
Raccoglie velocemente una serie di prodotti, anche se non le servono, perchè deve raggiungere quota 30. Infatti solo facendo una spesa di almeno 30 euro ha la possibilità di partecipare al concorso "Vinci il tuo lavoro". Sì, avete capito bene: con almeno 30 euro di spesa vi daranno un tagliando per partecipare ad una estrazione; i fortunati vinceranno un posto di lavoro per un anno in uno dei supermercati del gruppo.
Dice l'esperto di marketing: il nostro gruppo spende cifre considerevoli in concorsi che offrono premi e prodotti di vario genere, questa idea geniale ci consente, con investimenti assai inferiori, di aumentare la nostra quota di mercato offrendo il gadget di gran lunga più ambito dal consumatore, appunto un posto di lavoro.
Dice il sociologo: in una società in cui ormai una ristretta elite detiene la maggior parte delle ricchezze e del potere, il posto di lavoro è diventato uno strumento di controllo di masse sempre più povere ed impaurite.
Dice il sindacalista: tutto regolare, concordato con l'azienda ed in linea con la normativa vigente, nessun problema; anche se forse il problema consiste nel fatto che il sindacalista si è ormai ridotto ad avere la forza di difendere al massimo il proprio posto di lavoro.
Dico io: avevo sempre pensato che il lavoro fosse un obiettivo da raggiungere con fatica e con lunga preparazione e dovesse corrispondere ad una effettiva esigenza della società, diventando uno strumento di dignità e partecipazione sociale (c'è perfino uno stato che si definisce, all'articolo 1 della propria Costituzione, una repubblica democratica fondata sul lavoro).
E invece qui abbiamo aziende che offrono lavori di cui non hanno bisogno, regalati come gadget a gente scelta a caso, che quindi non avrà la preparazione per svolgerli; insomma lavori che non servono a nulla, assolutamente finti e controproducenti.
Inoltre c'è da considerare.........Mah, perbacco, mi accorgo ora che sul canale tematico cameradeideputati.it, dedicato alla fiction politica, è già cominciata la trentaduesima puntata della seguitissima fiction "I Responsabili".
La fiction racconta la storia di un gruppo di coraggiosi che, consentendo il raggiungimento della quota di mercato 320, hanno salvato la maggioranza al governo, hanno impedito la catastrofe dell'arrivo dei comunisti ed hanno evitato che la speculazione internazionale abbattesse il nostro paese.
Ora i Responsabili rivendicano un maggior ruolo sulla scena politica e vogliono fornire un contributo consono all'importanza della propria azione, insomma vogliono una poltrona nel Governo.
Nelle procedure per il raggiungimento di quota di mercato 320 sono stati fatti alcuni errori; in particolare sono stati distribuiti ottanta taglianti vincenti, avendo a disposizione solo una ventina di posti di lavoro.
Dice il politologo: una brillante azione di marketing politico ha consentito la sopravvivenza della maggioranza.
Dice il costituzionalista: il numero di posti da ministro e da sottosegretario sono predeterminati, per istituirne dei nuovi occorre una modifica legislativa.
Dico io: è successa la stessa cosa del concorso al supermercato, sono stati inventati dei posti di lavoro non necessari per farne un gadget per persone prese a caso, che non hanno le competenze per ricoprire il ruolo loro casualmente attribuito; insomma posti di lavoro inutili, controproducenti.
Anche la puntata di oggi della fiction finisce sul più bello, rimandando l'esito finale alla settimana prossima.
La Signora Francesca Saba ricomincia a riempire il carrello, sperando di ottenere un nuovo tagliando, questa volta vincente; il Signor Giovanni Olia di Sassari, uno dei vincitori del concorso, mostra felice il suo nuovo contratto di lavoro temporaneo; il simpatico onorevole siciliano Domenico Scilipoti sventola inquieto il suo tagliando, ma mostra con orgoglio il suo nuovo libro, di prossima pubblicazione, dal titolo "Perchè Berlusconi - Scilipoti re dei Peones".
E pensate, fa notare tutto compiaciuto, che l'introduzione l'ha scritta Silvio Berlusconi!

lunedì 18 aprile 2011

UN TITOLO FIN TROPPO FACILE: IL RITORNO DI LA GANGA

Molti sono i modi per passare il sabato sera; io l'ho passato in un modo forse non esaltante, sentendomi tre discorsi.
Il primo era un discorso del Presidente siriano Bashar Assad, trovato in qualche modo su internet. Il Presidente, stante la nota situazione che sta attraversando il paese, ha annunciato alcune aperture, quali l'abolizione della legge marziale in vigore dagli anni sessanta e l'introduzione di una sia pur minima libertà di espressione. Il tutto ovviamente per difendere la Siria dalla congiura in atto ordita dalle potenze straniere.
Per avere maggiori dettagli ho chiamato la mia amica siriana (per capire chi sia bisognerebbe però avere la pazienza di leggere il mio post dal titolo "Il deputato siriano").
Lei però mi ha confessato che le cose non stanno proprio così. Il Parlamento siriano è un organo praticamente privo di poteri (anche se la costituzione ne attribuisce qualcuno), che si limita a ratificare le decisioni del Presidente. Le elezioni del Parlamento (l'ultima è del 2007), nelle quali comunque la maggioranza è riservata per legge al partito del Presidente, sono una farsa nella quale si assiste ad offerte di danaro addirittura nei seggi elettorali. Il seggio in parlamento è comunque molto ambito, sia per motivi di stipendio (60.000 dollari in un paese in cui lo stipendio medio è 2.000 dollari l'anno), sia perchè il seggio sarebbe il viatico per partecipare al grande business del paese, la corruzione endemicamente diffusa come in tutti i paesi in via di sviluppo (e non solo...).
L'altro discorso, che ho ascoltato su un canale di Sky, è quello di Berlusconi al congresso del movimento "Al servizio degli Italiani".
Anche qui il Leader evoca la vera minaccia contro la quale combattere, la magistratura, nell'ambito della quale si annidano soggetti che lavorano per l'eversione dell'ordine costituzionale.
Lui ci sta provando a combattere contro la magistratura, ma la lotta è dura, anche perchè molti remano contro. Infatti quando il Leader propone una legge, questa deve essere approvata dal Parlamento, che ci mette un sacco di tempo e fa tante storie. Quando poi il Parlamento adempie alla propria funzione di approvare le pretese del Leader, ad essere d'accordo deve essere anche il Presidente della Repubblica, che anche lui ogni tanto si mette di traverso. Ma non basta ancora, perchè se l'idea del Leader non piace a qualche magistrato, quest'ultimo lo dice alla Corte Costituzionale che abroga la legge.
Insomma, ci sarebbe da fare qualche taglio.
Il terzo discorso, sempre su Sky, è quello di Bersani, segretario del PD, in occasione degli incontri organizzati da quel partito per le celebrazioni della unità d'Italia.
Il tema era: cos'è il PD e che modello ci siamo dati.
Sarà stato per l'ora ormai tarda, ma francamente non ho capito nulla.
Ho cercato oggi lumi sui quotidiani, ma nessuno ne parlava in modo particolare.
Sfogliando i giornali, ho notato su La Stampa una vignetta.
La vignetta mostra Craxi vestito da boss mafioso, con alle spalle loschi figuri, mentre dice: "Fermi tutti! Arriva La Ganga" e fu pubblicata sul Corriere della Sera ben ventotto anni fa.
Giusy La Ganga era un esponente del Partito Socialista che Craxi mandò a Torino come commissario del partito medesimo, quando in questa città cominciarono ad emergere i primi casi di corruzione. Peccato però che La Ganga, dal cognome indubbiamente sfortunato, appena giunto all'aeroporto, venne, come si diceva allora, raggiunto da comunicazione giudiziaria, finì nelle inchieste di tangentopoli e patteggiò una pena di venti mesi, pena tra le più alte mai inflitte ai politici allora coinvolti.
Ora Giusy La Ganga ritorna e si candida nelle liste del PD in appoggio a Fassino candidato sindaco. Sulla cronaca di Torino di Repubblica vi è l'indicazione di un altro politico con storia simile, tale Giancarlo Quagliotti, condannato nel 1993 per le tangenti che la Fiat pagava ai DS ed ora, ovviamente, coordinatore politico della campagna elettorale di Fassino.
Ormai si è fatto tardi, è ora di chiudere. Bashar Assad, la deputata siriana, menomalechesilvioc'è, Giusy la Ganga abbandonano il set e se ne vanno pure loro.
Rimango con un interrogativo: com'è possibile una cosa del genere?
Una risposta forse la trovo in un articolo di Gramellini comparso qualche giorno fa in prima pagina su La Stampa, dedicato proprio a La Ganga. Si domanda l'autore: per qual motivo per trovare persone che si impegnano in una campagna elettorale bisogna ricorrere ad un ultrasessantenne per giunta condannato per ricettazione? Risponde l'autore: perchè gli altri, cioè tutti noi, hanno mostrato indifferenza per la politica, ritenendola qualcosa di poco utile ed interessante, delegando ai soliti noti la cura dei propri interessi. Errore.

venerdì 15 aprile 2011

GIUSTIZIA ITALIANA = PROCESSO BREVE

Come pronosticato ieri, la tanto attesa riforma sul processo breve ha trovato il suo varo.
Ieri sera il duro braccio di ferro tra maggioranza e opposizione si è concluso con la vittoria della prima. Infatti il controverso testo è passato alla Camera con 314 sì e 296 no.
Sicuramente soddisfatta è la maggioranza che vede un esultante Silvio Berlusconi, riaffermando e consolidando la compattezza tra i partiti di destra.
Senza parole e sconcertata è invece l'opposizione. Bersani ha nuovamente sottolineato che il voto segna un passo per il governo verso l'abisso. Anche Dario Franceschini, presidente dei deputati del Pd, ammette di aver fatto tutto il possibile affinchè non passasse questo provvedimento, ma non è servito.
C'è invece ancora chi spera ed è ottimista. Pierferdinando Casini, fiduciosamente è sicuro che il ddl non verrà approvato in Senato.
Invece il Quirinale osserva la vicenda molto attentamente.
Prossimo obiettivo per chi ora canta vittoria è l'emendamento Mugnai, proposto dallo stesso Franco Mugnani, capogruppo Pdl, che prevede di abbreviare i tempi per giudicare i condannati all'ergastolo.
Il processo breve segna un duro colpo alla giustizia italiana.

Ecco quali sono alcuni dei più significativi processi.
- Processo ETERNIT - Casale Monferrato. Nel 1907 la multinazionale Eternit, produttrice di prodotti in cemento e amianto si è insediata a Casale Monferrato, Bagnolo, Cavagnolo e Bagnasco. Solo a Casale il male d'amianto ha ucciso 1.400 persone e tra di esse ci sono vittime che non hanno mai lavorato negli stabilimenti. L'eternit veniva impiegato, in quanto a basso costo, nella costruzione di case, scuole, ecc... Solo nel 1992 tale materiale è stato bandito. Gli indagati sono accusati di disastro doloso e omissione dolosa di misure anti infortunistiche.
- Altro processo: tragedia allo stabilimento THYSSEN KRUPP, dove nel 2007 scoppio' un incendio e morirono sette persone. Accusa: omicidio volontario.
- CLINICA SANTA RITA, 2005-2008 si effettuavano interventi non a norma e dannosi che provocavano lesioni gravi ai pazienti. Accuse: truffa, falso ideologico e omicidio volontario aggravato da crudeltà.
- Caso CIRIO, 2008. Sergio Cragnotti e Cesare Geronzi accusati di truffa aggravata ai danni dei risparmiatori della Cirio.
- Processo PARMALAT. Calisto Tanzi condannato in primo grado a 18 anni di reclusione, con altri dirigenti (con pene minori), per il fallimento della Parmalat che ha visto l'azzeramento del patrimonio azionario dei piccoli investitori. Accusa: bancarotta fraudolenta, falso in comunicazione e ostacolo alla vigilanza.
- STRAGE DI VIAREGGIO. Disastro ferroviario che uccise 33 vittime innocenti a Viareggio. La procura di Lucca accusò per la strage manager e dipendenti di Ferrovie dello Stato, di Trenitalia, di Fs Logistica, ecc.., di disastro ferroviario colposo, omicidio e lesioni colpose plurime.
- TERREMOTO DELL'AQUILA, nel 2009 crollò la Casa dello Studente che provocò la morte di giovani studenti. Capi di imputazione per i responsabili: omicidio colposo e disastro colposo.
- Non tralasciamo altri processi che vedono come protagonisti: assassini, truffatori, corruttori, favoreggiatori della prostituzione e spacciatori di sostanze stupefacenti.
Bene, anzi male!! Tutti questi processi rimarranno irrisolti e vanificheranno l'ennesimo sforzo della magistratura.
Con il varo di questo ddl il nostro Premier sarà così salvato dal processo Mills e da quello Mediaset in quanto passeranno il prescrizione. Mentre per la vicenda Ruby si sta pensando all'emendamento proposto al Senato da Mugnai.


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lunedì 11 aprile 2011

RAPPORTI ITALIA UE: PERMESSI A IMMIGRATI NEGATI

Difficili i rapporti che si sono istaurati tra l'Italia e la Ue a causa dell'emergenza immigrati.
Infatti è giunta proprio da Bruxelles la notizia, per voce della Commissaria europea Cecilia Malmstrom, della frenata sui permessi temporanei per gli immigrati che vogliono superare la Germania o la Francia; permessi che servono per tamponare l'emergenza.
Ora per fronteggiare il problema il Ministro Calderoli ha affermato che occorrono risorse e mezzi, pertanto l'unica soluzione è quella di ritirare le truppe dal Libano e schierare i soldati lungo il confine nazionale per arrestare l'avanzata dei profughi.
Affermazione che è stata ulteriormente condita dall'ultimatum proposto dal premier Silvio Berlusconi, il quale ha chiesto aiuti immediati altrimenti ha ventilato l'idea di divisione dalla Ue.
Per cui "un premier e un paio di ministri che alimentato un'escalation di segno antieuropeo pericolosa per la credibilità e per lo stesso ruolo del Paese nei confronti dei nostri partner più diretti", come scrive "Corriere.it", suscitano l'inquietudine di Napolitano.
Il Presidente della Repubblica in una telefonata fatta al ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha espresso tutta la sua preoccupazione e i suoi timori in quanto la critica nei confronti della Ue è accettabile e condivisibile, ma il comportamento antieuropeo e anticostruttivo adottato da ministri e capo del governo, alimentano un sentimento distruttivo e scissionale.
Frattini, successivamente, ha dichiarato a "La Stampa.it": «Noi giochiamo una carta di un’Italia non isolata in Europa che ha cercato di raccogliere consensi su una solidarietà europea che tutti i Paesi dell’area mediterranea condividono. Siamo anche convinti che ogni paese, in particolare l’Italia, interpreta ed applica le sue leggi conformemente all’Europa ma nessuno può interpretare le nostre leggi in nome o sulla base di principi diversi. Abbiamo stabilito, ad esempio, quali sono i requisiti sulla cui base riconosciamo lo status di permesso temporaneo. Sono requisiti stabiliti dalla legge italiana e a questi requisiti ci atteniamo».
Intanto Bruxelles fa sapere di aver già attuato, in sostituzione ai permessi provvisori, meccanismi per affrontare il "problema immigrati", definita, dalla stessa Commisaria Europea, una situazione difficile sia a livello umano che a livello economico.
Continuano gli sbarchi a Lampedusa; è salito a 1.500 il numero dei migranti ospitati dall'isola. Tuttavia sono previsti oggi anche parecchi rimpatri.