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sabato 24 dicembre 2011

L'OFFERTA DEL DEMONIO

Noi c’eravamo in consiglio comunale. Volevamo ascoltare. Abbiamo visto tanta sofferenza. Tanta non ne avevamo mai vista sui volti dei nostri concittadini. Tanta da sentirsi smarriti a guardarla in faccia, da piegare il capo di fronte a tanta dolorosa dignità.
Abbiamo letto i giornali, abbiamo parlato con la gente, discusso con i nostri conoscenti, ci siamo confrontati con i nostri familiari, con i nostri amici.
Questa vicenda è riuscita a scalfire la apatica indifferenza della nostra piccola città di provincia, spingendo anche gli animi più distaccati a porsi “il problema”.
Accettare o meno il risarcimento proposto da uno degli imputati al nostro Comune per uscire definitivamente dal processo Eternit?
L’amministrazione comunale, sbalordendo e spaccando la città, si è espressa in modo favorevole al risarcimento, ignorando le ragioni dei familiari delle vittime e tutte le parti in causa.
Indipendentemente dalle ragioni espresse dall’amministrazione, tutte a nostro avviso censurabili e di poco spessore, stupisce che la decisione sia stata presa senza il coinvolgimento, auspicato da più parti (dalla Diocesi Casalese al Ministro Balduzzi, da associazioni di tutto il mondo, etc.), delle parti lese.
Si tratta di un fatto senza precedenti che denota la completa mancanza di sensibilità da parte della classe politica cittadina nei confronti di un grave problema sociale, il problema per eccellenza della nostra città: la morte da amianto.
Il tema del risarcimento, da parte della Giunta cittadina, è stato trattato quale qualsiasi altro problema di ordinaria amministrazione, terminato con la comunicazione di una soluzione frettolosa e semplicistica presa accampando sterili ragionamenti tecnici, pseudo-legali e amministrativo-contabili surreali e inverosimili. E’ stato tirato in ballo molto spesso, da parte degli amministratori e dei consiglieri comunali, il concetto di responsabilità in caso di non accettazione, soprattutto amministrativa. Speravamo di non dover sentire argomentazioni così poco edificanti e poco coraggiose da parte di nostri rappresentanti.
Nessuno dei nostri amministratori e consiglieri, salvo rarissime eccezioni, ha compreso che questo non è un problema politico, ma un problema sociale e come tale andava affrontato (va affrontato se ancora ce ne fosse l’intenzione) secondo coscienza, non secondo le indicazioni di partito.
I consiglieri comunali non hanno avuto il coraggio di votare la decisione della giunta secondo coscienza, hanno tutti votato secondo le indicazioni del proprio schieramento, compatti.
Nessuna voce fuori dal coro.
Gli amministratori comunali, consiglieri e assessori, hanno dimenticato che sono espressione del popolo che li ha votati e che devono rendere conto a lui e a lui solo delle proprie decisioni, in particolar modo in caso di decisioni straordinarie, quali questa a cui sono stati chiamati.
Accettare il risarcimento significa accrescere ancora di più la sofferenza dei nostri concittadini, infierire sul loro dolore.
Accettare il risarcimento significa perdere la nostra identità quale comunità, tradire i nostri morti, i nostri ammalati e i loro eroici familiari, la loro tenace speranza nella giustizia e nel sostegno incondizionato nostro, dei loro concittadini, nella nostra solidarietà.
Accettare il risarcimento significa mortificare la speranza di tutte le persone, in tante parti del mondo marce di amianto, che hanno riposto in noi, nel nostro esempio di città in prima linea nella lotta all’amianto, la loro speranza di giustizia.
Non possiamo fare loro questo, i nostri concittadini impegnati nella lotta ci osservano straniti, dilaniati, il mondo ci guarda.
Un misantropo e la sua offerta. Un misantropo dipinto e che si definisce “filantropo”, grazie ad una ridicola offerta.
Il denaro. Le sue lusinghe. L’unico valore che è emerso dalle argomentazioni della dirigenza casalese.
Ma un’alternativa c’è, se non vogliamo coprirci di vergogna.
Si può ascoltare chi soffre.
Si può dire di no.
Essere sordi al richiamo di diaboliche ricompense significa avere la forza di affermare la nostra integrità quale comunità.
Cristiana Massarenti

mercoledì 21 dicembre 2011

GIUSTIZIA E RISARCIMENTO, SOLDI E REGOLE

Sono note le vicende del processo in corso di svolgimento a Torino contro i titolari di una società, la Eternit, che ha lavorato per anni fibre di amianto, sostanza cancerogena, a Casale Monferrato. Questa attività ha provocato la morte di 1700 persone ed i casi di cancro continuano al ritmo di 50 vittime all'anno.
Uno degli imputati ha offerto al comune di Casale Monferrato la somma di 18.000.000 di euro a condizione che il comune stesso revocasse la costituzione di parte civile, uscendo definitivamente dal processo.
L'offerta, denominata subito "l'offerta del demonio" ha provocato forti polemiche e discussioni nella comunità cittadina.
Il Sindaco Demezzi e la sua maggioranza hanno deciso di accettarla; non condivido la scelta ma la posso comprendere. Il Sindaco ed i suoi Consiglieri sono, come tutti noi, ovviamente, uomini del nostro tempo.
Nel nostro tempo si sta attuando un epocale cambio di prospettiva: l'eterna lotta tra l'economia ed il diritto, tra i soldi e le regole, tra il vantaggio immediato e la visione del futuro sembra purtroppo essere terminata con la schiacciante vittoria di uno dei contendenti: l'economia, i soldi, i vantaggi.
Abbiamo dimenticato la storia: le vicende di donne e uomini che hanno vissuto, hanno lottato e sofferto, sono morti per costruire e condividere le regole delle società future non ci interessano più; ormai pensiamo di vivere in un mondo completamente nuovo, incompatibile con le categorie del passato, nel quale la tecnologia ci costruisce rassicuranti realtà virtuali.
Non ci interessa più la prospettiva del futuro, l'immediata tangibilità dei vantaggi presenti ci fa credere che non esista più il problema di costruire una società che si basa su un duraturo insieme di principi e regole condivise.
Senza storia e senza futuro viviamo in un eterno, infinito presente: sembra interessarci solo l'immediato, il vantaggio certo, da cogliere al volo; soprattutto se il vantaggio certo è di 18.300.000 euro, cifra notevole anche per un comune di medie dimensioni.
Nel nostro tempo la concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi ha raggiunto livelli mai visti; ci sono individui il cui patrimonio (e, conseguentemente, il cui potere) è superiore all'importo del PIL di un medio stato europeo. Inoltre mentre gli uomini si possono spostare da una nazione all'altra solo clandestinamente, attraverso fili spinati, su pericolose carrette del mare, i soldi viaggiano senza limiti e senza frontiere ad una velocità incredibile, con un semplice click sul computer; anche i migliori sistemi giudiziari ed i migliori avvocati che provano a sequestrarli per ottenere il risarcimento dei danni arrivano sempre dopo, quando ormai sono spariti.
In questo quadro la scelta del Sindaco sembra essere l'unica possibile: prendiamo quel poco che ci danno, qui, ora e subito; la storia passata è passata, rimane sullo sfondo; il futuro ci interessa poco, anche perchè gli stessi avvocati ci avvertono che probabilmente non ne verremo in niente.
Ritengo però che se la Politica voglia ancora essere scritta con la P maiuscola, debba fare uno sforzo difficile, doloroso: riappropriarsi del primato della storia e delle regole sul vantaggio immediato e sui soldi. La Politica deve, coraggiosamente, scegliere di andare fino in fondo, senza compromessi e transazioni, anche a costo di perdere il vantaggio immediato e tutti i 18.300.000 euro, perchè la Politica ha il dovere di far prevalere le regole e le prospettive future: nessuno deve pensare di violare la legge e di cavarsela a buon mercato.
Ora non possiamo ritenere che una persona che avrebbe provocato fin'ora 1700 morti in una città di 36.000 abitanti e potebbe provocarne ancora 50 all'anno per il prossimo decennio se la possa cavare, in termini di risarcimento alla collettività, versando una somma pari all'1% del proprio patrimonio, patrimonio che secondo la rivista Forbes ammonterebbe complessivamente a 2,23 miliardi di euro.
E' come se, scusate l'irriverente paragone, la multa per divieto di sosta fosse di euro 0,10: avremmo tutti trovato un posto molto economico per parcheggiare.
Quindi non è esatto pensare in termini di scelta tra il vantaggio immediato derivante dalla somma risarcita e le ragioni morali che arrivano dal dolore delle tragedie individuali; semplicemente la Politica non ha possibilità di scelta: se vogliamo essere il prodotto della nostra storia e costruire la società del futuro non dobbiamo neppure porci il problema, non esiste alternativa all'andare fino in fondo.
Tocca a noi; non possiamo pensare che lo facciano i poveracci che lavorano negli stabilimenti del terzo mondo, tra la polvere di amianto, per 50 dollari al mese o i ragazzini che nella povertà delle città africane ingeriscono sin da piccoli veleni mortali.
In conclusione: venerdì sera, nella sala del Consiglio Comunale, tra gli strepiti dei contestatori, le bandiere dei parenti delle vittime, il discorso del Sindaco continuamente interrotto, la Presidentessa vestita di rosa che agitava freneticamente il campanello per richiamare all'ordine, vi era un grande assente: la Politica con la P maiuscola

venerdì 22 luglio 2011

LA CASTA SCATENATA

Di un solo settore non si è ancora approriata la casata della grande impresa: l'attività ed i servizi professionali.
Una torta da 200 miliardi di euro l'anno, che non può passare inosservata ai famelici appetiti dei nostri cari imprenditori; con le loro risorse illimitate, con la proprietà di tutti i mezzi di informazione, con l'ormai noto armamentario di populistici luoghi comuni e di frasi ad effetto, con i dipendenti dei loro media pronti ai comandi, sono partiti alla carica.
Ma, a differenza di altri settori, la conquista delle professioni presuppone modifiche normative che non possono direttamente farsi da soli. Ma anche qui non c'è problema.
Scateni l'offensiva mediatica contro la casta della politica e la metti sotto ricatto; una politica debole ed impaurita, senza più risorse, sarà ben lieta di soddisfare le richieste di lor Signori.
Nulla di nuovo sotto il sole, è l'eterna lotta tra deboli e potenti. L'aspetto comico del caso in esame è che una casta di immuni da tutto e di privilegiati, definisca "casta" gli altri

martedì 26 aprile 2011

IL GRANDE CONCORSO "VINCI IL TUO LAVORO"

La Signora Francesca Saba spinge il suo carrello nel supermercato CSD di Villacidro, in Sardegna.
Raccoglie velocemente una serie di prodotti, anche se non le servono, perchè deve raggiungere quota 30. Infatti solo facendo una spesa di almeno 30 euro ha la possibilità di partecipare al concorso "Vinci il tuo lavoro". Sì, avete capito bene: con almeno 30 euro di spesa vi daranno un tagliando per partecipare ad una estrazione; i fortunati vinceranno un posto di lavoro per un anno in uno dei supermercati del gruppo.
Dice l'esperto di marketing: il nostro gruppo spende cifre considerevoli in concorsi che offrono premi e prodotti di vario genere, questa idea geniale ci consente, con investimenti assai inferiori, di aumentare la nostra quota di mercato offrendo il gadget di gran lunga più ambito dal consumatore, appunto un posto di lavoro.
Dice il sociologo: in una società in cui ormai una ristretta elite detiene la maggior parte delle ricchezze e del potere, il posto di lavoro è diventato uno strumento di controllo di masse sempre più povere ed impaurite.
Dice il sindacalista: tutto regolare, concordato con l'azienda ed in linea con la normativa vigente, nessun problema; anche se forse il problema consiste nel fatto che il sindacalista si è ormai ridotto ad avere la forza di difendere al massimo il proprio posto di lavoro.
Dico io: avevo sempre pensato che il lavoro fosse un obiettivo da raggiungere con fatica e con lunga preparazione e dovesse corrispondere ad una effettiva esigenza della società, diventando uno strumento di dignità e partecipazione sociale (c'è perfino uno stato che si definisce, all'articolo 1 della propria Costituzione, una repubblica democratica fondata sul lavoro).
E invece qui abbiamo aziende che offrono lavori di cui non hanno bisogno, regalati come gadget a gente scelta a caso, che quindi non avrà la preparazione per svolgerli; insomma lavori che non servono a nulla, assolutamente finti e controproducenti.
Inoltre c'è da considerare.........Mah, perbacco, mi accorgo ora che sul canale tematico cameradeideputati.it, dedicato alla fiction politica, è già cominciata la trentaduesima puntata della seguitissima fiction "I Responsabili".
La fiction racconta la storia di un gruppo di coraggiosi che, consentendo il raggiungimento della quota di mercato 320, hanno salvato la maggioranza al governo, hanno impedito la catastrofe dell'arrivo dei comunisti ed hanno evitato che la speculazione internazionale abbattesse il nostro paese.
Ora i Responsabili rivendicano un maggior ruolo sulla scena politica e vogliono fornire un contributo consono all'importanza della propria azione, insomma vogliono una poltrona nel Governo.
Nelle procedure per il raggiungimento di quota di mercato 320 sono stati fatti alcuni errori; in particolare sono stati distribuiti ottanta taglianti vincenti, avendo a disposizione solo una ventina di posti di lavoro.
Dice il politologo: una brillante azione di marketing politico ha consentito la sopravvivenza della maggioranza.
Dice il costituzionalista: il numero di posti da ministro e da sottosegretario sono predeterminati, per istituirne dei nuovi occorre una modifica legislativa.
Dico io: è successa la stessa cosa del concorso al supermercato, sono stati inventati dei posti di lavoro non necessari per farne un gadget per persone prese a caso, che non hanno le competenze per ricoprire il ruolo loro casualmente attribuito; insomma posti di lavoro inutili, controproducenti.
Anche la puntata di oggi della fiction finisce sul più bello, rimandando l'esito finale alla settimana prossima.
La Signora Francesca Saba ricomincia a riempire il carrello, sperando di ottenere un nuovo tagliando, questa volta vincente; il Signor Giovanni Olia di Sassari, uno dei vincitori del concorso, mostra felice il suo nuovo contratto di lavoro temporaneo; il simpatico onorevole siciliano Domenico Scilipoti sventola inquieto il suo tagliando, ma mostra con orgoglio il suo nuovo libro, di prossima pubblicazione, dal titolo "Perchè Berlusconi - Scilipoti re dei Peones".
E pensate, fa notare tutto compiaciuto, che l'introduzione l'ha scritta Silvio Berlusconi!

lunedì 18 aprile 2011

UN TITOLO FIN TROPPO FACILE: IL RITORNO DI LA GANGA

Molti sono i modi per passare il sabato sera; io l'ho passato in un modo forse non esaltante, sentendomi tre discorsi.
Il primo era un discorso del Presidente siriano Bashar Assad, trovato in qualche modo su internet. Il Presidente, stante la nota situazione che sta attraversando il paese, ha annunciato alcune aperture, quali l'abolizione della legge marziale in vigore dagli anni sessanta e l'introduzione di una sia pur minima libertà di espressione. Il tutto ovviamente per difendere la Siria dalla congiura in atto ordita dalle potenze straniere.
Per avere maggiori dettagli ho chiamato la mia amica siriana (per capire chi sia bisognerebbe però avere la pazienza di leggere il mio post dal titolo "Il deputato siriano").
Lei però mi ha confessato che le cose non stanno proprio così. Il Parlamento siriano è un organo praticamente privo di poteri (anche se la costituzione ne attribuisce qualcuno), che si limita a ratificare le decisioni del Presidente. Le elezioni del Parlamento (l'ultima è del 2007), nelle quali comunque la maggioranza è riservata per legge al partito del Presidente, sono una farsa nella quale si assiste ad offerte di danaro addirittura nei seggi elettorali. Il seggio in parlamento è comunque molto ambito, sia per motivi di stipendio (60.000 dollari in un paese in cui lo stipendio medio è 2.000 dollari l'anno), sia perchè il seggio sarebbe il viatico per partecipare al grande business del paese, la corruzione endemicamente diffusa come in tutti i paesi in via di sviluppo (e non solo...).
L'altro discorso, che ho ascoltato su un canale di Sky, è quello di Berlusconi al congresso del movimento "Al servizio degli Italiani".
Anche qui il Leader evoca la vera minaccia contro la quale combattere, la magistratura, nell'ambito della quale si annidano soggetti che lavorano per l'eversione dell'ordine costituzionale.
Lui ci sta provando a combattere contro la magistratura, ma la lotta è dura, anche perchè molti remano contro. Infatti quando il Leader propone una legge, questa deve essere approvata dal Parlamento, che ci mette un sacco di tempo e fa tante storie. Quando poi il Parlamento adempie alla propria funzione di approvare le pretese del Leader, ad essere d'accordo deve essere anche il Presidente della Repubblica, che anche lui ogni tanto si mette di traverso. Ma non basta ancora, perchè se l'idea del Leader non piace a qualche magistrato, quest'ultimo lo dice alla Corte Costituzionale che abroga la legge.
Insomma, ci sarebbe da fare qualche taglio.
Il terzo discorso, sempre su Sky, è quello di Bersani, segretario del PD, in occasione degli incontri organizzati da quel partito per le celebrazioni della unità d'Italia.
Il tema era: cos'è il PD e che modello ci siamo dati.
Sarà stato per l'ora ormai tarda, ma francamente non ho capito nulla.
Ho cercato oggi lumi sui quotidiani, ma nessuno ne parlava in modo particolare.
Sfogliando i giornali, ho notato su La Stampa una vignetta.
La vignetta mostra Craxi vestito da boss mafioso, con alle spalle loschi figuri, mentre dice: "Fermi tutti! Arriva La Ganga" e fu pubblicata sul Corriere della Sera ben ventotto anni fa.
Giusy La Ganga era un esponente del Partito Socialista che Craxi mandò a Torino come commissario del partito medesimo, quando in questa città cominciarono ad emergere i primi casi di corruzione. Peccato però che La Ganga, dal cognome indubbiamente sfortunato, appena giunto all'aeroporto, venne, come si diceva allora, raggiunto da comunicazione giudiziaria, finì nelle inchieste di tangentopoli e patteggiò una pena di venti mesi, pena tra le più alte mai inflitte ai politici allora coinvolti.
Ora Giusy La Ganga ritorna e si candida nelle liste del PD in appoggio a Fassino candidato sindaco. Sulla cronaca di Torino di Repubblica vi è l'indicazione di un altro politico con storia simile, tale Giancarlo Quagliotti, condannato nel 1993 per le tangenti che la Fiat pagava ai DS ed ora, ovviamente, coordinatore politico della campagna elettorale di Fassino.
Ormai si è fatto tardi, è ora di chiudere. Bashar Assad, la deputata siriana, menomalechesilvioc'è, Giusy la Ganga abbandonano il set e se ne vanno pure loro.
Rimango con un interrogativo: com'è possibile una cosa del genere?
Una risposta forse la trovo in un articolo di Gramellini comparso qualche giorno fa in prima pagina su La Stampa, dedicato proprio a La Ganga. Si domanda l'autore: per qual motivo per trovare persone che si impegnano in una campagna elettorale bisogna ricorrere ad un ultrasessantenne per giunta condannato per ricettazione? Risponde l'autore: perchè gli altri, cioè tutti noi, hanno mostrato indifferenza per la politica, ritenendola qualcosa di poco utile ed interessante, delegando ai soliti noti la cura dei propri interessi. Errore.

venerdì 15 aprile 2011

GIUSTIZIA ITALIANA = PROCESSO BREVE

Come pronosticato ieri, la tanto attesa riforma sul processo breve ha trovato il suo varo.
Ieri sera il duro braccio di ferro tra maggioranza e opposizione si è concluso con la vittoria della prima. Infatti il controverso testo è passato alla Camera con 314 sì e 296 no.
Sicuramente soddisfatta è la maggioranza che vede un esultante Silvio Berlusconi, riaffermando e consolidando la compattezza tra i partiti di destra.
Senza parole e sconcertata è invece l'opposizione. Bersani ha nuovamente sottolineato che il voto segna un passo per il governo verso l'abisso. Anche Dario Franceschini, presidente dei deputati del Pd, ammette di aver fatto tutto il possibile affinchè non passasse questo provvedimento, ma non è servito.
C'è invece ancora chi spera ed è ottimista. Pierferdinando Casini, fiduciosamente è sicuro che il ddl non verrà approvato in Senato.
Invece il Quirinale osserva la vicenda molto attentamente.
Prossimo obiettivo per chi ora canta vittoria è l'emendamento Mugnai, proposto dallo stesso Franco Mugnani, capogruppo Pdl, che prevede di abbreviare i tempi per giudicare i condannati all'ergastolo.
Il processo breve segna un duro colpo alla giustizia italiana.

Ecco quali sono alcuni dei più significativi processi.
- Processo ETERNIT - Casale Monferrato. Nel 1907 la multinazionale Eternit, produttrice di prodotti in cemento e amianto si è insediata a Casale Monferrato, Bagnolo, Cavagnolo e Bagnasco. Solo a Casale il male d'amianto ha ucciso 1.400 persone e tra di esse ci sono vittime che non hanno mai lavorato negli stabilimenti. L'eternit veniva impiegato, in quanto a basso costo, nella costruzione di case, scuole, ecc... Solo nel 1992 tale materiale è stato bandito. Gli indagati sono accusati di disastro doloso e omissione dolosa di misure anti infortunistiche.
- Altro processo: tragedia allo stabilimento THYSSEN KRUPP, dove nel 2007 scoppio' un incendio e morirono sette persone. Accusa: omicidio volontario.
- CLINICA SANTA RITA, 2005-2008 si effettuavano interventi non a norma e dannosi che provocavano lesioni gravi ai pazienti. Accuse: truffa, falso ideologico e omicidio volontario aggravato da crudeltà.
- Caso CIRIO, 2008. Sergio Cragnotti e Cesare Geronzi accusati di truffa aggravata ai danni dei risparmiatori della Cirio.
- Processo PARMALAT. Calisto Tanzi condannato in primo grado a 18 anni di reclusione, con altri dirigenti (con pene minori), per il fallimento della Parmalat che ha visto l'azzeramento del patrimonio azionario dei piccoli investitori. Accusa: bancarotta fraudolenta, falso in comunicazione e ostacolo alla vigilanza.
- STRAGE DI VIAREGGIO. Disastro ferroviario che uccise 33 vittime innocenti a Viareggio. La procura di Lucca accusò per la strage manager e dipendenti di Ferrovie dello Stato, di Trenitalia, di Fs Logistica, ecc.., di disastro ferroviario colposo, omicidio e lesioni colpose plurime.
- TERREMOTO DELL'AQUILA, nel 2009 crollò la Casa dello Studente che provocò la morte di giovani studenti. Capi di imputazione per i responsabili: omicidio colposo e disastro colposo.
- Non tralasciamo altri processi che vedono come protagonisti: assassini, truffatori, corruttori, favoreggiatori della prostituzione e spacciatori di sostanze stupefacenti.
Bene, anzi male!! Tutti questi processi rimarranno irrisolti e vanificheranno l'ennesimo sforzo della magistratura.
Con il varo di questo ddl il nostro Premier sarà così salvato dal processo Mills e da quello Mediaset in quanto passeranno il prescrizione. Mentre per la vicenda Ruby si sta pensando all'emendamento proposto al Senato da Mugnai.


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lunedì 11 aprile 2011

RAPPORTI ITALIA UE: PERMESSI A IMMIGRATI NEGATI

Difficili i rapporti che si sono istaurati tra l'Italia e la Ue a causa dell'emergenza immigrati.
Infatti è giunta proprio da Bruxelles la notizia, per voce della Commissaria europea Cecilia Malmstrom, della frenata sui permessi temporanei per gli immigrati che vogliono superare la Germania o la Francia; permessi che servono per tamponare l'emergenza.
Ora per fronteggiare il problema il Ministro Calderoli ha affermato che occorrono risorse e mezzi, pertanto l'unica soluzione è quella di ritirare le truppe dal Libano e schierare i soldati lungo il confine nazionale per arrestare l'avanzata dei profughi.
Affermazione che è stata ulteriormente condita dall'ultimatum proposto dal premier Silvio Berlusconi, il quale ha chiesto aiuti immediati altrimenti ha ventilato l'idea di divisione dalla Ue.
Per cui "un premier e un paio di ministri che alimentato un'escalation di segno antieuropeo pericolosa per la credibilità e per lo stesso ruolo del Paese nei confronti dei nostri partner più diretti", come scrive "Corriere.it", suscitano l'inquietudine di Napolitano.
Il Presidente della Repubblica in una telefonata fatta al ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha espresso tutta la sua preoccupazione e i suoi timori in quanto la critica nei confronti della Ue è accettabile e condivisibile, ma il comportamento antieuropeo e anticostruttivo adottato da ministri e capo del governo, alimentano un sentimento distruttivo e scissionale.
Frattini, successivamente, ha dichiarato a "La Stampa.it": «Noi giochiamo una carta di un’Italia non isolata in Europa che ha cercato di raccogliere consensi su una solidarietà europea che tutti i Paesi dell’area mediterranea condividono. Siamo anche convinti che ogni paese, in particolare l’Italia, interpreta ed applica le sue leggi conformemente all’Europa ma nessuno può interpretare le nostre leggi in nome o sulla base di principi diversi. Abbiamo stabilito, ad esempio, quali sono i requisiti sulla cui base riconosciamo lo status di permesso temporaneo. Sono requisiti stabiliti dalla legge italiana e a questi requisiti ci atteniamo».
Intanto Bruxelles fa sapere di aver già attuato, in sostituzione ai permessi provvisori, meccanismi per affrontare il "problema immigrati", definita, dalla stessa Commisaria Europea, una situazione difficile sia a livello umano che a livello economico.
Continuano gli sbarchi a Lampedusa; è salito a 1.500 il numero dei migranti ospitati dall'isola. Tuttavia sono previsti oggi anche parecchi rimpatri.

martedì 5 aprile 2011

IL CERTIFICATO DEL MEDICO SCILIPOTI

 
Domenico Scilipoti è un deputato del gruppo di Iniziativa Responsabile; quest'ultimo non è un vero e proprio partito, ma un insieme di movimenti che complessivamente costituiscono la così detta "terza gamba" della maggioranza, dando un apporto decisivo alla sopravvivenza del governo Berlusconi.
Scilipoti è assurto alle cronache politiche nazionale il 14 dicembre 2010, in occasione del famoso voto di fiducia; egli con un clamoroso passaggio dall'Italia dei Valori, con cui era stato eletto, alla maggioranza contribuì in modo determinante al risultato della votazione.
Per la verità, in quella circostanza, il nostro era stato anche oggetto di pesanti sarcasmi e di episodi particolarmente bizzarri, come si può vedere su http://www.youtube.com/watch?v=HfKYjRukiu0 e http://www.youtube.com/watch?v=TwiLGcH01rk

Domenica scorsa si è tenuta a Catania la prima assemblea regionale della sezione siciliana del Movimento di Responsabilità Nazionale, movimento di cui Scilipoti è Presidente e che contribuisce a formare la galassia di Iniziativa Responsabile. Questa è stata l'occasione per il nostro di spiegare la sua decisione di dicembre e di tratteggiare il significato ed il programma del suo movimento.
Anzitutto il suo intervento a favore della maggioranza è stato un'azione di alta responsabilità politica e morale, impedendo una crisi che avrebbe scatenato contro l'Italia la speculazione internazionale ed avrebbe messo in ginocchio il paese.
Inoltre egli ha delineato i punti portanti per addivenire ad un rinnovamento ed a una rifondazione della politica in Italia.
Il primo punto è la lotta contro l'anatocismo (significa interessi sugli interessi). Scilipoti è stato in prima fila in questa battaglia contro le banche. In particolare, afferma, sarà suo impegno cancellare un emendamento, devastante per il consumatore, proposto da un membro della stessa maggioranza, membro che è fratello di un importante banchiere. Abbiamo quindi un primo elemento di novità nella politica italiana: nel programma di governo è contenuto l'impegno ad opporsi alle malefatte del governo stesso.
Altro punto è la pari dignità della medicina alternativa. Dato che Scilipoti è medico che si occupa di agopuntura, qui sospetto che anzichè l'interesse del paese semplicemente faccia i cavoli propri.
Altro punto fondante è costituito dalla tutela della figura dell'informatore scientifico del farmaco, o qualcosa del genere; anche qui la cosa non sembra disinteressata.
Ma il vero rinnovamento della politica si otterrà, sostiene il nostro, con l'adozione del metodo olistico. Non ho idea che cosa voglia dire, ne mi risulterebbe una priorità per gli italiani. Comunque wikipedia il metodo olistico lo spiega così: "La scienza olistica è un paradigma scientifico che enfatizza lo studio dei sistemi complessi. Non è una disciplina scientifica in se stessa, ma definisce piuttosto un approccio filosofico in cui viene considerato il principio di emergenza nell'applicare il metodo scientifico, spesso utilizzando un metodo ampiamente interdisciplinare o multidisciplinare. Questo approccio è in contrasto con la tradizione puramente analitica, che si propone di interpretare i sistemi complessi dividendoli nelle loro componenti e studiandone separatamente le proprietà."....Ci mancava pure questa.
Scilipoti conclude agitando lo spettro di poteri forti, bancari, farmaceutici o quant'altro, in lotta contro di lui; invita gli uomini di buona volontà a non lasciarsi intimidire, ma a rimanere fermi e determinati, per la salvezza del paese e la sopravvivenza dei nostri figli, rispondendo colpo su colpo e portando a termine con determinazione tutte le battaglie.
Ora è chiaro che Scilipoti ha fatto irruzione sulla scena politica in un momento particolarmente delicato e rivelatore. Il bipolarismo, su cui erano state riposte molte speranze, è entrato in una crisi irreversibile, con una secessione all'interno della maggioranza e l'incapacità dell'opposizione di tratteggiare una credibile alternativa.
Per salvare il bipolarismo sarebbero stati necessari uomini dal grande acume politico e dalla grande progettualità; avremmo avuto bisogno di un De Gasperi o di un Berlinguer.
E' arrivato però il piccolo, simpatico medico siciliano, il quale, involontariamente, senza accorgersene, ha certificato la morte del bipolarismo.

DIPLOMA ANNULLATO, ESAME DA RIFARE: NON E' UN FILM MA LA REALTA'

Chi di noi non ha ancora gli incubi a pensare a quella "notte prima degli esami"? Beh, sicuramente i film riproducono sempre la drammaticità e l'angoscia di quella situazione.
Tuttavia la vicenda diventa più drammatica quando si ha trent'anni o più e una sentenza ci dice che ha dovuto annullare il nostro esame in quanto non sostenuto regolarmente.
Sembra la trama di un film, ma invece è la triste realtà.
Più di cento ex studenti siciliani, per la precisione 150, si sono visti annullare il proprio diploma, in quanto tra il 2000 e il 2004 gli allievi degli Istituti privati di Palermo e precisamente Oriani, Verga e Colombo, secondo una sentenza, avrebbero distribuito dei diplomi di maturità falsi.
La cosa eccezionale è che decine di studenti non superavano e addirittura nemmeno sostenevano l'esame, ma ugualmente conseguivano il titolo di studio.
Molti di questi erano allo scuro dell'inganno e del raggiro operato per mano di presidi e impiegati, tant'è che i "truffati" si sono subito costituiti parte civile al processo, ottenendo un risarcimento di circa tremila euro.
Come riporta "La Stampa.it" "L’indagine è del 2006, ma solo adesso i titoli sono stati annullati con la sentenza del Tribunale. A far partire i controlli era stata proprio una segnalazione del Provveditorato e una perizia condotta da un organo ministeriale aveva dimostrato che i titoli erano carta straccia. E adesso andranno al macero.".Non è uscito da molto al cinema il divertente film di Paolo Genovese, che vedeva impegnati Raoul Bova, Ricky Memphis, Paolo Kessisoglu, Luca Bizzarri e molti altri, dal titolo "Immaturi"; dove ex studenti ormai quarantenni dovevano risostenere l'esame di maturità in quanto il Ministero della Pubblica Istruzione aveva annullato loro l'esame di maturità. Beh, che dire? La realtà supera sempre e di gran lunga la fantasia!!
Ora questi poveri ex allievi palermitani hanno già provveduto a presentare la domanda per sostenere l'esame di maturità perchè molti di loro, rifare gli esami rappresenta una necessità.
Infatti diverse persone si trovano nella condizione per cui il titolo di studio conseguito rappresenta uno dei requisiti fondamentali per il lavoro che svolgono. Pertanto venendo questo a mancare, rischiano di perdere anche il posto di lavoro. Infatti per esempio una persona che chiameremo Pincopallino, è diventato maresciallo dell'Esercito ma ora venendo a mancare il titolo di studio ritornerebbe al grado di sergente oppure Pincopallino2 che rischia il posto in Comune.
Bene, anzi male: come è possibile che accadono cose del genere? Ci sono quarantenni e perfino cinquantenni professionisti nel loro settore che hanno già sostenuto l'esame e altri invece che hanno voluto attendere la sentenza e che ora si trovano con "un pugno di mosche in mano".


BLOG:
- Dite la vostra sull'intera vicenda. Secondo voi pensate che questa sia una tipica vicenda italiana? Di tutto ciò ci sentiamo incuriositi, indignati o rassegnati?

lunedì 4 aprile 2011

CAMERADEIDEPUTATI.IT

Ieri mi ha telefonato la deputata siriana.
Per chi avesse la sventura di leggere questo mio post, avrei l'onore di spiegare chi costei sia. Preferisco però, anziché avventurarmi in una contorta e, temo, poco chiara spiegazione, abusare della pazienza dell'eventuale lettore, pregandolo di leggere il mio post precedente, in cui racconto l'occasione del nostro incontro.
Dicevo dunque che mi ha telefonatola, ormai, mia amica siriana dicendomi di aver visto che su “CAMERADEIDEPUTATI.IT” domani andrà in onda la fiction-politica dal titolo “La nipote di Mubarak”. Dice inoltre che, dopo aver visto una breve anteprima della fiction, aumentato il suo interesse verso la italica fiction-politica, vorrebbe da me qualche spiegazione in merito al programma.
Mi chiede conferma di aver capito bene sul fatto che nella fiction di domani mattina, il parlamento delibererà che “Ruby rubacuori è la nipote dell'ex Presidente egiziano Mubarak”; mi chiede quindi come sia possibile che il Parlamento di un paese terzo (l'Italia) accerti o imponga un vincolo di parentela fra una cittadina marocchina, dal pittoresco nome italiano, ed un cittadino egiziano, cittadino egiziano, tra l'altro, oggi in cattive acque.
L'amica siriana è una donna molto colta ed intelligente; mi parla con gran competenza dell'opera buffa italiana, nella quale spesso sono scritte pagine indimenticabili sulla scoperta di insospettabili rapporti di parentela e filiazione.
Parliamo volentieri delle grandi opere liriche del passato; lei mi dice di adorare in particolare l'opera “Le Nozze di Figaro” di Mozart, nella quale vi è, infatti una indimenticabile scena nella quale Figaro scopre e ritrova i propri genitori.
Cominciando a sospettare che da questa grande cultura derivi l'interesse della mia amica verso la fiction-politica di domani, mi sento subito in dovere di informarla che su CAMERADEIDEPUTATI.IT non troverà nè Mozart né Da Ponte (suo librettista), ma Maurizio Paniz, Razzi e Scilipoti.
Devo poi spiegarle (sto pur sempre parlando con un parlamentare!) gli aspetti giuridici della fiction-politica.
Berlusconi non vuole essere giudicato dal Tribunale di Milano, ma del Tribunale dei Ministri. Questo perchè il giudizio davanti al Tribunale dei Ministri deve essere autorizzato dal ramo del parlamento di appartenenza (appunto CAMERADEIDEPUTATI.IT) a maggioranza assoluta. Magari Berlusconi trova 316 comparse e tutto finisce.
Spiego inoltre che è competente il Tribunale dei Ministri quando il comportamento che costituisce reato è oggettivamente riconducibile all'esercizio delle funzioni ministeriali, non basta ritenerlo tale.
Nel timore di essere stato poco chiaro nell'esporre le complicate norme italiane, mando all'amica la pagina del manuale del diritto costituzionale del primo anno di università, lo stesso, immagino, che avranno le comparse sul set di domani.
Ma la mia deputata è molto intelligente ed ha già capito tutto. “Ma allora” dice “non basta che Berlusconi pensasse di aver a che fare con la nipote, nipote deve essere veramente!”. E qui si scatena la potenza della fiction.
Politica, che innova la realtà, scatena le emozioni e la fantasia, realizza le più impensabili situazioni; crea come l'opera buffa, i più stravaganti rapporti di parentela.
Mentre stavamo facendo queste considerazioni vedo la programmazione di un canale satellitare inglese, tutto dedicato alla musica classica; proprio domani è in programma la trasmissione de “Le Nozze di Figaro” di Wolfgang Amadeus Mozart.
Decidiamo entrambi di vedere l'opera mozartiana e di lasciar perdere CAMERADEIDEPUTATI.IT, è più dignitoso.

IL DEPUTATO SIRIANO

Mala tempora currunt in Siria; il paese mediorientale è investito anch'esso dal vento della libertà che soffia in questo periodo in nord Africa ed in tutto il mondo arabo.
Il paese è governato da cinquant'anni in modo dittatoriale dalla faglia Assad, prima il padre Hafez Assad adesso il figlio Bashar Assad.
In uno dei paesi del Medio Oriente, dove non ci sono garanzie costituzionali, dove la legge marziale è in vigore dal 1963, sono scoppiate manifestazioni e rivolte, duramente represse dal regime, con l'immancabile strage di manifestanti nelle principali città del paese.
Uno spiraglio sembrava essersi aperto quando il Presidente Assad ha dimissionato il governo ed ha annunciato di voler tenere un discorso alla nazione.
Anche gli osservatori occidentali hanno colto l'importanza di questo discorso, tant'è che il medesimo è stato trasmesso da molte televisioni satellitari e anche da un canale di Sky.
Ho potuto quindi assistere anch'io al discorso, con la traduzione simultanea in italiano, rendendomi anche conto di come sia difficile per il traduttore rendere simultaneamente gli stessi concetti utilizzando lingue così strutturalmente e concettualmente diverse come l'arabo e l'italiano.
E' molto bella l'aula di Damasco; le pareti sono in legno finemente intarsiato, con i tipici disegni arabi; gli stessi parlamentari portavano un abbigliamento molto variopinto, alcuni con il tipico copricapo arabo, altri con una tunica colorata, altri ancora vestiti all'occidentale; le donne portavano tutte un colorato foulard.
Il leader è arrivato con molto ritardo, come si conviene ai grandi; è stato accolto dai fragorosi applausi di tutti i deputati che festanti si sono stretti attorno a lui e tutti si sono messi a cantare.
Il traduttore non ha tradotto il testo del canto, ma uno spettatore italiano non ha potuto non pensare che si trattasse di qualcosa tipo “MENO MALE CHE ASSAD C'È” o qualunque stupidaggine del genere.
Il discordo di Assad non ha fatto sperare in nulla di buono; è stato giudicato insoddisfacente dal dipartimento di stato americano e dalle diplomazie europee.
Il senso del ragionamento è stato questo. Ci sono due grandi pericoli: un complotto internazionale contro il nostro Paese, ai quali non deve essere troppo estraneo lo storico nemico israeliano; all'interno della nazione dei facinorosi, per l'ignoranza, incapacità o bieco interesse, si mostrano sensibili ai messaggi che arrivano dall'esterno.
Ma per fortuna che c'è il leader che saprà respingere tutti i pericoli e saprà valutare con la propria saggezza se e quali cambiamenti siano opportuni per la nazione.
La cosa che mi ha colpito di più è stata questa. Il discorso era continuamente interrotto da interventi dei parlamentari che pronunciavano elogi e frasi di ringraziamento all'indirizzo del dittatore.
Per esempio, un signore molto distinto, vestito all'occidentale, si è alzato in piedi e sollevando le braccia al cielo ha esclamato: “Assad, il Medio Oriente per te è troppo piccolo!”. Una signora giovane, molto ben vestita, con degli espressivi occhi neri, bella quasi come alcuni ministri della Repubblica italiana. Si è alzata e, con il sorriso sulle labbra, ha pronunciato parole che il traduttore non ha tradotto, ma alle quali il leader ha risposto: “La tua grazia e la tua gentilezza avranno una ricompensa.”.
Credo di essere un utente televisivo, ahimè, troppo assuefatto o troppo smaliziato per non capire che tutto era stato pazientemente programmato, con una regia attenta e scrupolosa, con discorsi e interventi preconfezionati ed imparati a memoria. Insomma ho assistito a una fiction; pur pensando di assistere, così me lo hanno venduto, ad un momento politico importante nella vita di una nazione.
Ho in realtà visto uno spettacolo che si inquadra nella stessa categoria televisiva del “Grande Fratello”, di “Amici”e dell' “Isola dei Famosi”.
Facendo queste malinconiche riflessioni davanti alla tv, seduto nel salotto di casa mia, mi ponevo alcune domande e facevo qualche riflessione, la prima è questa.
Essendo il Parlamento un luogo dove, con la discussione e il confronto, si formano le opinioni e si prendono le decisioni, cosa ci è andata a fare, quella mattina, al parlamento di Damasco, la nostra deputata dai begli occhi neri, dato che tutto ormai era già stato stabilito? Per così, non poteva andare al suo posto la signora Marina Villa?
La signora Marina Villa è una partecipante alla trasmissione televisiva “Forum”, durante la quale la stessa ha affermato di essere aquilana e ha detto un gran bene di come Berlusconi ed il suo governo hanno fronteggiato il problema del terremoto in Abruzzo.
Subito dopo però, ad un giornalista che la intervistava, ha candidamente confessato che non era vero nulla, che non era terremotata e che aveva inventato tutto per un compenso di 300 euro. Del resto, sappiamo bene, al giorno d'oggi, con la crisi che c'è, 300 euro sono 300 euro; inoltre, aggiungo io, al giorno d'oggi valori come l'onestà intellettuale, la dignità, il rigore morale, valgono immancabilmente meno di qualsiasi cifra, anche minima sia proposta in cambio.
Ecco gli elementi della politica-fiction. Un pericolo gravissimo, mortale, che magari non esiste, ma che se anche non esiste ce lo possono inventare: le potenze straniere, le forze del male combattono contro la Siria.
Scatta lo show: il grande leader, Assad, interviene e risolve, fra l'entusiasmo generale, tra le ovazioni e gli applausi degli astanti.
Tutti glia altri problemi: il rispetto dei diritti umani, la povertà, la corruzione, la legge marziale in vigore da 48 anni, la feroce repressione, semplicemente non esistono, coperti dal fragore degli applausi, nascosti sotto i legni intarsiati del Parlamento di Damasco.
Ma la politica-fiction è una esclusiva di Assad e dei siriani?
Qualcosa mi dice che non sia proprio così.
Trasferiamoci in un altro paese, lontano ma non lontanissimo, anch'esso bagnato dal Mar Mediterraneo.
Un pericolo mortale sta minacciando quel paese; uno tsunami umano di centinaia di migliaia di individui sporchi, malvestiti, di carnagione scura, sta per abbattersi sulle sue coste, tutto distruggendo.
Sono prevalentemente terroristi e delinquenti, anche se, ad essere onesti, tra loro qualcuno normale potrebbe anche esserci. Non importa se ne sono arrivati solo 6000 perchè, se li tengono tutti a Lampedusa, sono comunque addirittura di più dei residenti italiani, sporcano ovunque (del resto hanno dato loro solo due bagni), rubano le arance (del resto hanno distribuito 4000 pasti per 6000 persone), dormono per terra sul molo (dove, peraltro, li hanno tenuti).
Ecco, il pericolo mortale c'è, lo abbiamo costruito e allora....via con lo show.
Già all'alba i militari sono al lavoro per ripulire l'isola dalla sporcizia, arrivano, traghetti per imbarcare i migranti (se fossero arrivati prima il problema per Lampedusa non ci sarebbe stato), viene preparata l'area per il discorso del leader.
“Basta cu' sti minchia di cartelli”, grida il Sindaco di Lampedusa a degli ingenui che pensano far politica esponendo cartelli di protesta.
Gli sprovveduti non avevano capito che essere su un set della politica-fiction, dove la politica e basta non c'entra nulla.
Con il ritardo che si conviene ai grandi arriva il leader. Il nostro, a differenza di Assad, è anche un bravo imprenditore e dice di aver comprato lì una villa, di voler abbassare le tasse, di voler costruire un casino' ed un campo da golf.
Gli stessi ingenui di prima avranno pensato che i migranti non sono capaci a giocare a golf, né sono venuti in Italia per questo.
Ma ancora una volta gli ingenui non hanno capito nulla, non sanno che la fiction ha le proprie regole, ben più irrazionali ed emotive rispetto alla squallida logica umana.
Finito il discorso del leader, la deputata siriana spalanca i suoi begl'occhi neri e prorompe in un fragoroso applauso. Applaude anche la Signora Marina Villa dall'Abruzzo, applaudono il deputato siciliano, il Sindaco di Lampedusa, tutti gli astanti. Sorge spontaneo sul set il coro “Silvio, Silvio”; anche qui si leva un canto, questa volta in italiano e non in arabo, ed ormai noto a tutti “MENOMALE CHE SILVIO C'E'.”.
Concludiamo il nostro viaggio nel Mediterraneo, spostandoci su un altro set.
La fiction entra nel vivo quando il Ministro della Difesa manda affanculo (scusate il termine, ma se lo usano loro...) il Presidente della Camera, il Ministro della Giustizia lancia in aria la sua tessera magnetica che un esponente dell'opposizione raccoglie e mostra ai giornalisti come un trofeo; il mitico Scilipoti mostra insospettate doto atletiche e si lancia in una acrobatica corsa, immortalata sui quotidiani del giorno dopo, pur di arrivare in tempo a votare.
In quale circo siamo capitati? Il luogo è molto austero, con velluti rossi e legni intarsiati: è il Parlamento di Roma e, non ho detto bruscolini. Roma è la città nella quale, tanti ma tanti anni fa hanno inventato tutta la storia (anche se, a dire il vero, hanno poco copiato dai greci); quindi dovrebbe essere un luogo sacro.
Ma la politica-fiction non ha rispetto per nessuno.
C'è un pericolo mortale: la magistratura.
“La magistratura?” Chiede con espressione sorpresa la deputata siriana che era rimasta sul set e cominciava ad incuriosirsi delle fiction italiane.
Beh, no, non proprio, non tutta la magistratura, certo ci sono magistrati seri, che saranno magari la maggioranza, ma c'è anche un gruppo di magistrati comuni che perseguitano il nostro leader e che, se non fermati in tempo, distruggeranno la nostra democrazia.
E allora parte lo show...
Tutti a litigare sul processo breve, sulla prescrizione breve, sul legittimo impedimento, sul conflitto di attribuzione, sulla nipote di Mubarak, sulla consigliera comunale, sui politici “acquisti”....
Intanto i veri problemi: le organizzazioni criminali che producono una fetta consistente della ricchezza della nazione; una economia almeno per un quarto in nero; la corruzione, il secondo debito pubblico del mondo; falsi liberalizzatori che sotto il feticcio della concorrenza realizzano giganteschi oligopoli; tutti finiscono coperti dagli strepiti delle liti, nascosti dietro i legni intarsiati del parlamento.
Il deputato Siriano, la signora d'Abruzzo, il Sindaco di Lampedusa, i traghetti, i migranti, Bashar Assad, tutti quanti sul set, per oggi la politica fiction è finita.
Ed io rimango sempre più confuso e perplesso: che siano tutti d'accordo. Maggioranza ed opposizione, destra e sinistra, a lasciare le cose così come stanno, tanto a qualcuno fanno comodo? Mah!
Oggi un amico mi ha dato un volantino sul quale è raffigurato il volto di una ragazza con le cuffie sulle orecchie. In alto c'è scritto “Non vuoi sentirne più?” e sotto “Migliora la politica, fai politica tu.”.
Quasi quasi ne mando uno alla deputata siriana.

venerdì 1 aprile 2011

PACCO BOMBA: GRAVE UN PARA'

Livorno - Ieri protagonista è stata la vicenda accaduta ad Alessandro Albamonte, capo di stato maggiore della brigata paracadutisti.
L'ufficiale, originario di Taranto, si è visto recapitare una busta senza mittente ma che riportava solamente l'intestatario, ovvero "Brigate Folgore".
Il pacco quindi, dopo diversi passaggi, è stato consegnato ad Albamonte che aprendolo lo ha subito investito con una fiammata e decine di schegge.
La drammaticità dell'accaduto è stato vissuto in diretta dalla moglie dell'ufficiale che, al telefono in attesa di parlare con il marito, ha assistito al tremendo scoppio.
Albamonte è stato subito soccorso dai suoi colleghi e portato immediatamente in ospedale, successivamente è stato trasferito al Cto di Firenze. Le sue condizioni, riportate dal professor Ceruso del Cto, non sarebbero gravissime anche se l'ufficiale ha riportaro la perdita di quattro dita della mano destra e tre della sinistra, riportando gravi lesioni alla vista.
Nella vicenda sono intervenuti immediatamente gli 007, in quanto non si esclude la pista anarchica. Infatti nello stesso plico esplosivo c'era un foglietto piegato in quattro che riportava la scritta Fai (Federazione anarchica informale) che invoca il "no a tutte le guerre".
Non è esclusa la possibilità che il pacco non fosse in realtà indirizzato ad Albamonte, bensì al generale Carmine Masiello, partito due giorni fa per l'Afghanistan e sostituito dallo stesso Albamonte.
Come dicevamo, si pensa ad un attacco anarchico in quanto i militari della Folgore sono schierati da anni su molti fronti di guerra ad alto rischio terrorismo
Analoghi episodi si sono verificati anche in Grecia e in Svizzera.
Come riporta "La Stampa" "alle 8,15 una lettera bomba è esplosa a Olten, negli uffici della federazione dell'industria nucleare svizzera..e un altro plico esplosivo, destinato al Direttore delle carceri di Koridallos, è stato invece disinnescato dai tecnici della polizia greca.".I servizi segreti avrebbero appurato la connessione fra i tre episodi che consoliderebbero l'ipotesi di forti legami e continui contatti tra gli anarchici italiani, greci e svizzeri.
Le forze politiche hanno tempestivamente mostrato la loro solidarietà alla famiglia dell'ufficiale; Berlusconi ha espresso anche a nome del governo, sgomento, affetto e vicinanza al parà, sottolineando l'eccellente lavoro svolto dalle Brigate Folgore impegnate in Afghanistan.
Stessi sentimenti di incredulità e condanna arrivano anche da Fini, Franceschini e dal capo di Stato Giorgio Napolitano, quest'ultimo "si è detto vicino alla famiglia dell'ufficiale", come scrive "La Stampa.it".
Non bisogna dimenticare che già nel 2006 a Livorno si è verificato un episodio simile. Infatti davanti alla Caserma Vannucci era stata lasciata una borsa blu, contenente dell'esplosivo. All'epoca la vicenda si era conclusa senza gravi feriti, in quanto i due militari colpendo con un calcio il borsone hanno provocato l'esplosione senza riportare gravi conseguenze.


BLOG:
- Cosa si vuole dimostrare con questi vili gesti?
- Le reti televisive hanno relegato questo drammatico fatto in coda ad altere notizie quali: prescrizione breve, indegna rissa alla Camera, problema immigrati, Libia, ecc…, meritava tale collocazione?

SALUGGIA A LE IENE: RISCHIO RADIOATTIVITA'

Mercoledì al programma "Le Iene" trasmesso su Italia 1, ha avuto come protagonista la città monferrina di Saluggia per parlare del problema nucleare con il riferimento ai depositi di scorie radioattive, site nella zona.
La iena Matteo Viviani, si è recata a Saluggia per far luce sulla contaminazione, avvenuta nel 2004, di un piccolo pozzo privato.
Matteo Viviani, con un servizio molto chiaro e esaustivo, ha spiegato quali rischi corriamo con la radioattività.
La iena ha intervistato Giampiero Godio, di Legambiente e il sindaco di Saluggia, Marco Pasteris.
La vicenda ha dell'incedibile!
Nel 1979 il primo reattore nucleare italiano, Avogadro, è stato costruito a Saluggia; vent'anni prima era pero' un deposito contenente tonnellate di rifiuti radioattivi e barre di uranio che successivamente, le ultime 150 rimaste, sono state sciolte per ottenere il plutonio. Da tale processo si sarebbero create scorie radioattive allo stato liquido, ora giacenti in un deposito a pochi passi dal reattore, chiamato Eurex.
Il pericolo, oltre alla radioattività generale, sta nel fatto che tale deposito è a pochi chilometri dai pozzi dell'Acquedotto del Monferrato, il quale fornisce acqua a 200 comuni delle province di Alessandria, Asti e Torino.
Il sindaco di Saluggia, Pasteris al microfono si sarebbe così espresso: "Purtroppo siamo tristemente famosi per essere la pattumiera nucleare d'Italia... Ci sono state alluvioni nel 1994 e nel 2000 che potevano avere conseguenze tragiche, tuttavia l'area è vigilata in modo efficace e sicuro. Si attende la costruzione del Cemex che servirebbe per solidificare le scorie liquide e renderle meno nocive, ma ci vorranno tanti anni, almeno quindici o venti per arrivare al completamento dell'opera.".

Tanti sono i punti interrogativi su questa vicenda e ci chiediamo:
- Quali potrebbero essere le reali conseguenze?
- Come mai non si è ancora provveduto alla bonifica?
- Perché non si organizzano proteste in modo più incisivo? Forse a causa che in Italia protestare non produce risultati? E’ per questo motivo l’italiano vive in una realtà di rassegnazione endemica? Oppure è la quasi inesistente fiducia verso la classe politica italiana?

giovedì 31 marzo 2011

PROCESSO BREVE: E' SUBITO SCONTRO - MONETINE E INSULTI LANCIATI AI MINISTRI.

IN AULA, SEDUTA SOSPESA PER UN "VAFFA" DI LA RUSSA.

Brutta giornata ieri per la Camera dei deputati impegnata ad approvare, come riporta "La Stampa", "l'ennesima leggina ad personam, detta prescrizione breve" innescata dal Cavaliere si suppone per bloccare il processo Mills.
Protagonisti fuori dall'Aula sono stati monetine, insulti e contestazioni.
A Montecitorio si sono riuniti molti manifestanti per urlare il loro dissenso al disegno di legge sul processo breve. La folla infatti, ha lanciato monetine e insulti prima a Daniela Santanchè, denominandola "venduta, bugiarda" e, successivamente, si sono scatenati contro il ministro della Difesa Ignazio La Russa.
Il Ministro avrebbe sfidato la folla e circondato dalla stessa si sarebbe difeso dicendo "Non vi potete permettere..", come scrive "Corriere della Sera". I manifestanti hanno proceduto con insulti e appellativi: "Mafiosi! Ladri! Vi siete venduti per un piatto di lenticchie, schiavi di Bossi", come riporta sempre "Corriere della Sera" .
La Russa con qualche difficoltà, e grazie all'aiuto delle forze dell'ordine, è riuscito ad entrare in Aula, luogo in cui si innescherà il secondo scontro.
Il Ministro della Difesa infatti, esprime il suo rammarico in Aula, in quanto dice di aver riconosciuto tra i manifestanti l'organizzatore dei fischi contro Berlusconi e ribadisce che la manifestazione è stata organizzata dall'opposizione per creare scompiglio e tensione in un momento già difficile per l'Italia. Prende così la parola Dario Franceschini che lo accusa di aver voluto provocare i manifestanti. Come risposta La Russa applaude e gli urla "Bravo, bravo, bravo". Interviene allora, il Presidente della Camera Fini che richiama all'ordine il ministro della Difesa, ma quest'ultimo imperterrito continua. Al secondo richiamo di Fini, la Russa risponde con un "vaffa" e allora il Presidente della Camera dice: "Onorevole ministro, non le consento di insultare la presidenza! Sospendo l'Aula!" .
Non poteva mancare chi chiede già le dimissioni del Ministro della Difesa. Infatti il Terzo Polo, come scrive "Corriere.it", afferma: «Un ministro della Repubblica che, in un momento così delicato della vita del Paese, prima offende l'assemblea di Montecitorio con atteggiamenti arroganti e provocatori, e poi lancia un gravissimo insulto al presidente della Camera, cioè alla terza carica dello Stato, si rende responsabile di una violenta contrapposizione istituzionale che il suo ruolo non gli consente. A questo punto chiediamo a La Russa di dimettersi».


BLOG:
- Cosa ne pensate dell'intera vicenda?
- Ci troviamo di fronte all’ennesima legge ad personam?

FINTI OSPITI ALLA TV: A FORUM ESPLODE LA BUFERA

Tutti i quotidiani hanno riportato la notizia dei falsi terremotati aquilani ospitati venerdì scorso alla trasmissione "Forum" condotta da Rita dalla Chiesa.
I due finti marito e moglie, discutevano sulle sorti di un negozio distrutto dal sisma che ora occorreva rilanciare.
La "moglie - tarocca", una certa Marina Villa si è lasciata andare a forti dichiarazioni, come: "L'Aquila è ricostruita... la vita è ricominciata... ci sono case con giardini e garage" e ancora "bisogna ringraziare il Presidente...".
Sono state queste le frasi che hanno fatto scattare nei veri terremotati dell'Aquila risentimento, portandoli a denunciare il bluff.
In realtà i due coniugi attori di Forum erano diretti da due suggeritori posti vicino a loro e pronti a suggerire le frasi più consone da dire.
I due cialtroni, attori di professione, sono stati pagati per la recita circa 300 euro, ma non è finita qui! Si è successivamente scoperto che non solo la trasmissione "Forum" che ha come scopo di rendere colorite e animate le vicende legali e giudiziarie, ha ospitato attori, figuranti, comparse e finti personaggi, ma anche altri format come "Pomeriggio sul 2", "Quelli che il calcio", "Che tempo che fa", ecc... hanno come pubblico attori prontamente scelti e pagati in base a: se vengono solamente inquadrati, se parlano o se animano la discussione. In Rai infatti c'è un ufficio apposta che ha il compito di reclutare chi sarà il pubblico di una determinata trasmissione.
"Corriere della Sera" riporta una bellissima frase di Flaiano che già nel 1964 aveva anticipato: "L'applauso è diventato parte dello spettacolo... sottolinea l'ingresso di un personaggio, lo toglie d'imbarazzo se deve andarsene, lo incoraggia se è timido, lo premia se è spavaldo, lo perdona se è un cane.".Pertanto non è solamente un luogo comune quando si dice che la fantasia supera di gran lunga la realtà.
Ma ora viene da chiedersi:
- se i figuranti per mezz'ora di diretta prendono 300 euro e se pure i manifestanti, reclutati nelle piazze da opposizione o maggioranza, vengono degnamente retribuiti: quanto possono percepire dei conduttori che parlano di politica per condurre un'intera trasmissione? C'è realmente il rischio che anche giornalisti e conduttori siano pilotati?
- La televisione ci propone solamente ciò che vogliamo vedere e non ciò che realmente accade?
- Tutto questo possiamo tranquillamente definirlo, come la così detta, TV spazzatura?
Dite la vostra!!

martedì 29 marzo 2011

I GIORNALISTI INGLESI

L'austriaco Ernest Strasser del partito popolare europeo, lo sloveno Zoran Thaler degli eurosocialisti ed il romeno Adrian Severin, sempre degli eurosocialisti sono membri del Parlamento Europeo di Strasburgo. Anzi erano membri del Parlamento Europeo, dato che uno è stato espulso dal partito di appartenenza e gli altri due hanno annunciato le dimissioni.
Questo perchè sono stati filmati di nascosto da alcuni giornalisti inglesi, che fingevano di essere lobbisti, mentre accettavano la proposta di tangenti in cambio dell'impegno di far passare alcuni emendamenti.
Pare però che questa sia solo la punta dell'iceberg; infatti si parla di altri eurodeputati che si troverebbero nelle stesse condizioni e si teme che i 15.000 lobbisti che operano negli ambienti dell'Europarlamento ricorrano a sistemi particolarmenti convincenti per accompagnare e sollecitare i provvedimenti di loro interesse. Del resto l'ambiguo rapporto tra politica ed impresa trova momenti particolarmente critici proprio in istituzioni come quelle comunitarie da sempre caratterizzate da una situazione definita di "deficit di democrazia"
Nel parlamento italiano in quasi tre anni di legislatura hanno cambiato casacca 121 tra deputati e senatori, alcuni hanno ripetuto più volte il salto, in quattro hanno cambiato casacca per ben quattro volte. Non che si vogliano, beninteso, fare paragoni. Però quando apprendiamo che i nostri illustri parlamentari europei hanno accettato uno 15000 euro e un altro 12000, cominciamo a sospettare che gli italiani siano molto più cari.
O cominciamo a pensare che in Italia non abbiamo giornalisti inglesi.

lunedì 28 marzo 2011

LA NEBBIA DI LONDRA

Per illustrare il cattivo funzionamento della giustizia inglese dei propri tempi il grande scrittore Charles Dickens ha scritto pagine memorabili nelle quali parlava di processi lunghissimi, infiniti, sempre uguali a se stessi, nei quali generazioni di avvocati si susseguivano proseguendo la medesima causa, cercando, di decennio in decennio, di apportare nuovi mezzi di prova, nuovi precedenti giurisprudenziali, nuove estenuanti e non decisive ricerche. Il romanziere, utilizzando mezzi espressivi che sono propri dei grandi della letteratura, dà il senso dell’immobilismo della giustizia del tempo evocando l’immagine della città di Londra avvolta dalla tipica nebbia inglese che tutto ricopre, nasconde alla vista, creando una visione spettrale, immobile, quasi surreale.
Circa otto anni fa ho avuto l’opportunità di essere nominato giudice onorario del Tribunale della città in cui vivo. Si tratta di una esperienza della quale vado fiero; certo, non mi potevo considerare un magistrato a tutti gli effetti, per carità, ma comunque mi avevano dato da smaltire parte dell’arretrato dei processi civili del locale Tribunale e vi erano anche controversie complesse e di notevole valore.
Nel 2003 mi era arrivata una causa cominciata nel 1978, esattamente venticinque anni prima e, peggio ancora, la causa era nella fase istruttoria di primo grado, cioè quasi all’inizio. Andando di quel passo e calcolando le varie fasi di appello e Cassazione quel processo avrebbe potuto durare quasi come la vita media di una persona.
In questo arco temporale, dal 1978 al 2003, tutti gli avvocati della causa erano morti; del resto, forse, le parti in lite avevano optato per avvocati di una certa esperienza, quindi di una certa età e, si sa, venticinque anni sono un periodo di tempo non trascurabile rispetto alla durata media della vita umana.
Nel frattempo erano morti anche i litiganti; all’udienza di (obbligatoria) comparizione delle parti sono venuti i figli, i quali erano abbastanza sorpresi del fatto di dover investire una mattinata del loro tempo per una controversia della quale avevano sì sentito parlare quando erano ragazzini, ma che non ricordavano e che comunque pensavano in qualche modo risolta.
Cos’era successo durante tutto questo tempo? Anzitutto si era proposto con infinita frequenza il meccanismo che è (o forse era) il vero dramma del processo civile italiano, cioè l’udienza di mero rinvio: gli avvocati, senza neppure ricordare di che cosa tratti la causa, chiedono concordemente un rinvio ed il giudice, senza preoccuparsi troppo delle motivazioni della richiesta, lo concede, magari di sei mesi, otto mesi, un anno.
Ovviamente vi sono altre evenienze che hanno contribuito al raggiungimento di queste durate incredibili: frequenti trasferimenti del magistrato ad altra sede, dato che le sedi piccole sono normalmente “di passaggio” per i magistrati e la conseguente attesa per l’arrivo del giudice nuovo; la maternità del magistrato, che sembrerebbe avere durate incredibili, non compatibili con la fisiologia umana.
Ma tutti hanno dato un ottimo contributo al raggiungimento del risultato: il geometra nominato per una perizia tecnica, al quale erano stati dati novanta giorni per l’espletamento dell’incarico, dopo due anni non aveva ancora fatto nulla ed era stato sostituito. Il nuovo non aveva fatto tesoro dell’esperienza del predecessore dato che, essendogli stati concessi novanta giorni di tempo, pure lui dopo due anni non aveva fatto nulla e pure lui è stato sostituito.
Abbiamo quindi avvocati, alcuni ancora vivi, altri purtroppo deceduti; magistrati, che forse non ricorderanno la causa o per i quali già otto anni fa si affievoliva il ricordo del piccolo tribunale di provincia nel quale in gioventù prestarono servizio; geometri poco attenti alle scadenze; litiganti non sopravvissuti alla lunghezza del processo che avviarono, i loro eredi un poco sorpresi e confusi, tutti quanti trascinati in una storia surreale, presi in un gorgo incontrollabile, avvolti anche loro dalla nebbia londinese, fitta, impenetrabile, sempre uguale a se stessa, eterna.
E’ facile sparare sulla Croce Rossa, dice il detto popolare ed è facile criticare il sistema giudiziario italiano. Aggiungo solo questa.
In un piccolo tribunale posto in una zona a forte presenza di malavita organizzata i tempi di attesa per ottenere del Giudice delle Indagini Preliminari un provvedimento di custodia cautelare sono di circa un anno. Credo che questo significhi che quando i Carabinieri hanno individuato una persona da arrestare e non ci sono i requisiti per procedere ad un fermo, devono aspettare un anno per ottenere ed eseguire il provvedimento. Il che significa anche che il delinquente che non si fa cogliere sul fatto, ma dopo, ha comunque un anno di tempo per proseguire con calma le proprie attività. Ma significa anche che nella “concorrenza internazionale” tra ordinamenti penali, il nostro è, agli occhi dei delinquenti, purtroppo assolutamente vincente ed in grado di richiamare interessati da tutte le parti del mondo.
Insomma i buoni, cioè i carabinieri ed i danneggiati dal reato, sembrano avere la peggio ed i cattivi sembrano, almeno per il momento, avere la meglio.
Del resto, a pensarci bene, sempre un procedimento, civile o penale che sia, ha un buono, che ha ragione ed un cattivo, che ha torto. Chi ha torto è favorito da una giustizia lenta e scadente, chi ha ragione ne è danneggiato.
In conclusione esprimerei due grossi dubbi. Il primo è che non sono sicuro che nel riformare la giustizia non prevalgano gli interessi di chi ha tutto da perdere da una giustizia efficiente ed efficace. L’altro dubbio è che una riforma costituzionale, che porta via due anni di lavoro parlamentare, “non ci azzecchi nulla” con le situazioni paradossali che la nostra giustizia spesso crea.

IL TESORIERE

Il gruppo di Iniziativa Responsabile è spesso chiamato “la terza gamba della maggioranza” in quanto grazie ai suoi voti la maggioranza è rimasta in piedi.
Ma cos’è il gruppo Iniziativa Responsabile? E’ appunto un gruppo parlamentare presente alla Camera dei Deputati, composto da 29 membri, formatosi all’epoca dei voti di fiducia a Berlusconi, di cui fanno parte alcuni esponenti politici di un certo rilievo, quali Silvano Moffa ed Antonio Razzi, provenienti dal FLI dove erano confluiti dal PDL, Paolo Guzzanti proveniente dal Gruppo Misto, il neo ministro dell’agricoltura Francesco Saverio Romano, Massimo Calearo proveniente da Alleanza per l’Italia, ma già proveniente dal PD, per non dimenticare l’ormai mitico Domenico Scilipoti, proveniente dall’Italia dei Valori.
La formazione di questo gruppo era stata accompagnata da forti polemiche. Da un lato si è detto che il parlamentare non è legato da vincolo di mandato e può fare gli spostamenti che ritiene necessari; dall’altro si è parlato di “acquisizione” da parte di Berlusconi, usando volutamente una espressione che richiama poco edificanti accordi onerosi.
Comunque il gruppo c’è, manifesta qualche irrequietezza nell’attuale periodo di nomine e distribuzione di sottosegretariati, si è dato un organigramma: Presidente è Luciano Sardelli, portavoce è il noto ex giornalista Rai Francesco Pionati. Alla carica di Tesoriere, con il conseguente compito di amministrare, conservare ed incrementare il patrimonio del Gruppo, è stato nominato l’onorevole Maurizio Grassano.
Ed eccoci al punto, immancabile, inesorabile. Ieri il Tesoriere Maurizio Grassano è stato condannato dal Tribunale di Alessandria a 4 anni di reclusione per truffa con la pena accessoria dell’interdizione per 5 anni dai pubblici uffici.
Si tratta, è bene precisarlo, di condanna non definitiva; i difensori hanno proposto appello.
Tutti siamo in grado di porci le domande che vengono spontanee in questi casi e di fare le riflessioni che riteniamo opportune.
Non riesco però a dare risposta ad una domanda: perché nominarlo proprio tesoriere?

LAMPEDUSA: NUOVI SBARCHI MA NAPOLITANO DICE "NO A REAZIONI SBRIGATIVE"

Continuano gli sbarchi a Lampedusa, ormai gli immigrati ammontano a 1.933 nelle sole ultime 24 ore.
Partiti dalla Libia si contano moltissimi migranti e in un solo gommone a bordo si contavano 68 persone tra i quali numerose donne e bambini. Per non contare le molte imbarcazioni delle quali si sono perse le tracce, mentre altre vengono tratte in salvo in extremis dalla Guardia costiera.
Il "Corriere.it" scrive: "..sono quasi 7.000 gli immigranti nordafricani presenti sull'isola su un numero di abitanti che sfiora i 5.000".
Sono molti gli extracomunitari sistemati nel Centro di accoglienza messo a disposizione a Lampedusa e altrettanto numerosi sono coloro che si sistemano in "posti di fortuna".
Gli stessi extracomunitari in questi giorni starebbero iniziando lo sciopero della fame come protesta per affrancare i propri diritti, chiedendo più rispetto e migliori condizioni igieniche.
«Lampedusa è in ginocchio, è distrutta» sono queste le parole del Governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo riportate da "La Stampa.it", che successivamente ha chiesto un colloquio con Berlusconi e il consiglio dei ministri per fronteggiare l'emergenza. Poi Lombardo prosegue dicendo «Su Lampdeusa non possono stare che gli ottocento uomini che può accogliere con le strutture che ci sono ora. Le tendopoli le facciano pure in Val Padana e non solo in Sicilia, visto che siamo un Paese unito».
Il Ministro dell'Interno Roberto Maroni che esprime tutta la sua solidarietà e afferma «Le Regioni devono accogliere i profughi in arrivo a Lampedusa, ovvero le persone che hanno diritto di chiedere asilo, altrimenti agiremo d'imperio», come scrive "Corriere.it". Infatti il Viminale ha allestito, con tende dei campi temporanei per accogliere la popolazione giunta a Lampedusa.
Importanti arrivano le parole del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ricordando il nostro passato di emigranti. Infatti dice, come riporta "Corriere.it": «Di fronte alle nuove ondate di immigrati, in Italia ci sono ogni tanto delle posizioni, delle reazioni un po' sbrigative a livello di opinione pubblica alle quali non bisogna indulgere.. Piuttosto bisogna ricordare il nostro passato di paese numero uno in Europa per numero di emigranti .. Quali sono gli elementi in comune fra quella emigrazione storica italiana e questa oggi in arrivo in Italia? C'è la stessa ricerca talvolta disperata di lavoro e di vita decente...È importante che in Italia non si dimentichi di essere stati un paese di emigranti. Il modo di considerare chi arriva non può prescindere dall'esperienza dolorosa che abbiamo fatto, che alla fine si è rivelata gratificante, perchè in un paese come gli Stati Uniti, ad esempio, gli italiani siano riusciti a farsi strada».

BLOG:
- Secondo voi tutte le regioni italiane dovrebbero contribuire ad ospitare i nordafricano? E come?

venerdì 25 marzo 2011

SI AL COMANDO ALLA NATO IN LIBIA

E' stato raggiunto giovedì l'accordo formale che affiderebbe la gestione del comando dell'operazione in Libia alla Nato, per imporre la no fly zone.
Il Segretario Generale Anders Fogh Rasmussen, ha precisato che le azioni militari resteranno due: quella della coalizione, che si concluderà quando la popolazione dei civili sarà al sicuro dalla minaccia di attacchi e quando gli obiettivi della risoluzione 1973 saranno raggiunti e quella condotta dalla Nato che vuole fare rispettare l'interdizione dei voli sul territorio libico.
I dirigenti europei inoltre hanno dichiarato, come riporta "Corriere.it", che «L'Unione europea è pronta ad impegnarsi ad adottare nuove sanzioni, tra cui misure per garantire che i redditi del petrolio e del gas non arrivino più al regime di Gheddafi».
Mentre il Presidente francese Nicolas Sarkozy afferma di aver salvato molte vite umane con il tempestivo intervento in Libia e dice «ho evitato migliaia e migliaia di morti...potrebbe scattare il cessate il fuoco se le forze di Muammar Gheddafi rientreranno definitivamente nelle loro caserme e fermeranno il massacro di civili libici.», scrive "Corriere.it".
Anche gli Emirati arabi sono pronti ad inviare 12 aerei che faranno parte della no fly zone, in quanto l'aeronautica ha messo a disposizione sei F-16 e sei Mirage per partecipare ai pattugliamenti.
A Misurata i ribelli continuano a controllare il porto, mentre ieri le forze della coalizione hanno abbattuto un aereo libico e distrutto a più riprese le postazioni del rais e il bunker a Tripoli.
Secondo il segretario Usa, Hillary Clinton le cose starebbero lentamente cambiando, in quanto le forze alleate al colonnello starebbero indietreggiando e, prosegue il Segretario di Stato americano «Le truppe di Gheddafi sono state respinte, ma rimangono una grave minaccia per la sicurezza della popolazione», riporta "Corriere.it".
La Farnesina ha commentato che, passando il comando dell'operazione alla Nato, ad ospitare il quartiere generale dell'operazione sarà la base di Napoli e scrive "La Stampa.it" «Era esattamente quello che l’Italia chiedeva e anche se si tratta di un’intesa politica preliminare il nostro giudizio è certamente positivo perchè si tratta di un comando unico che evita una moltiplicazione di comandi...ci sarà un comando operativo esclusivo della Nato affiancato da un gruppo internazionale di alto livello, cioè una cabina di regia che fisserà le grandi linee della strategia politica dell’operazione, ma ciò non intacca la catena di comando esclusiva della Nato».
Il passaggio di consegna da Usa alla Nato avverrà nel giro di uno o due giorni.
Intanto il morale del premier Silvio Berlusconi starebbe migliorando, infatti come riporta "Corriere.it", lo stesso sottolinea «Abbiamo ottenuto non solo il pieno coordinamento Nato di tutte le operazioni della missione, ma anche l'applicazione puntuale della risoluzione dell'Onu. La coalizione è impegnata a difendere la popolazione civile, l'Italia non è entrata in guerra e non vuole entrarci».


BLOG:

- Quali potrebbe essere gli sviluppo dopo che il comando sarà passato alla Nato?

giovedì 24 marzo 2011

ITALIA: NUCLEARE SI? NUCLEARE NO?

Grande è il dilemma in Italia se ripristinare il nucleare.
Una decisiva marcia indietro è avvenuta dopo la tragedia in Giappone, che apparentemente avrebbe frenato il Governo italiano.
La decisione di introdurre il nucleare in Italia era stata presa nel 1955 nella conferenza tenutasi a Ginevra nella quale era stato stabilito che si poteva dare il via "all'epoca del nucleare". Infatti il primo impianto fu costruito nel 1963 a Latina e il 12 maggio 1963 venne inaugurato, sempre a Latina, il più potente reattore nucleare del tempo in Europa (reattore Magnox). Non bisogna dimenticare anche altre centrali quali: Sessa Aurunca, Caorso e Trino.
Un decisivo stop al forte sviluppo dell'energia nucleare si ebbe con gli avvenimenti accaduti a Chernobyl e Russia che portarono ad indire tre referendum nazionali sull'argomento. Ne conseguì che l'80% dei votanti decretò la messa al bando del nucleare in Italia.
L'aumento dei prezzi di petrolio e gas, portarono il governo italiano nel 2008 a un ripensamento. Ci fu la proposta, per coprire il 25% del fabbisogno, di costruire 10 reattori.
Ora dopo gli avvenimenti in Giappone, si fa di nuovo un passo indietro ed è la prima volta che in Italia sia maggioranza che opposizione sono d'accordo a valutare per bene e con tutta calma il da farsi.
Infatti il governo si è preso un anno di pausa per accertarsi che non ci siano più rischi che vantaggi nella produzione di nuovi impianti nucleari e il primo punto all'ordine del giorno, come riporta "Corriere.it", «prevede modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 31/2010 sulla localizzazione, realizzazione di impianti di produzione di energia elettrica nucleare etc.». La decisione di applicare la moratoria di un anno è stata diretta dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta con Paolo Romani e il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo.
Molti sono coloro che hanno cambiato idea sull'argomento, infatti il 17% della popolazione italiana non sarebbe più così convinta e salgono al 68% le persone che sarebbero contrarie al ripristino del nucleare.
Importanti sono le dichiarazioni del Ministro dell'Ambiente, Prestigiacomo che afferma su "Il Messaggero.it" «Bisogna uscirne, ma in maniera soft. Ora non dobbiamo fare niente. Si decide tutto tra un mese» aggiunge poi il Ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani «Tutti devono fermarsi un attimo, capire quello che sta accadendo e cosa è meglio fare... è importante aspettare gli stress test che devono dare elementi per la sicurezza delle centrali... la questione nucleare non può essere portata avanti solo a livello nazionale essendo una questione europea». Concorde sulle affermazioni dei due ministri è Gianfranco Fini e anche Umberto Veronesi, presidente dell'agenzia per la sicurezza nucleare che ribadisce, sempre ne "Il Messaggero.it" «Noi abbiamo il vantaggio di ripartire da zero e di poter fare scelte libere da vincoli e siamo quindi nelle condizioni migliori per decidere con coscienza, prudenza, intelligenza, e senza fretta...». L'opposizione, anche se in minima parte, ha trovato il pretesto per accusare il governo di «voler prendere tempo per salvare se stesso, spinto questa volta dalla preoccupazione che i cittadini possano far sentire la propria voce nel referendum del 12 giugno..ed è un escamotage per non perdere le amministrative e il referendum, una presa in giro, il governo vuol chiudere la bocca agli italiani», come scrive "Corriere.it".
Inoltre si mormora che una massiccia affluenza alle urne per il la scelta sul nucleare condizioni il raggiungimento del quorum degli altri referendum, quelli sul legittimo impedimento e sulla privatizzazione dell'acqua.


BLOG:
- Se guardiamo la mappa degli stabilimenti nucleari in Europa notiamo che l'Italia non è esclusa dal rischio di una eventuale esplosione. Per cui è così giusta la paura che si ha sulla creazione di centrali sul territorio italiano?
- Si è reticenti sul nucleare per i rischi che potrebbe comportare sulla popolazione o perché sappiamo che sarebbe "gestito all'italiana" un suo eventuale ripristino?
- Pensata che la moratoria di un anno sulla valutazione del nucleare presa dal Governo è effettivamente una pausa di riflessione oppure nasconde il tentativo di condizionare il quorum degli altri referendum?

mercoledì 23 marzo 2011

ASSOLTO IL TABACCAIO CHE UCCISE IL RAPINATORE

Giovanni Petrali, tabaccaio milanese di 77 anni, la sera del 17 maggio 2003 reagì a due rapinatori che avevano minacciato la moglie con una pistola ed avevano rubato 1300 euro. Pistola alla mano li inseguì, ne uccise uno e ferì l'altro.
Condannato in primo grado ad un anno e otto mesi per omicidio colposo e detenzione illegale dell'arma, ora è stato assolto in appello, nonostante le richieste del pubblico ministero di condanna a nove anni e sei mesi per omicidio volontario.
La politica ha variamento commentato l'assoluzione. Fuori dal palazzo di giustizia un gruppo di leghisti, guidati dall'europarlamentare Matteo Salvini, hanno manifestato dietro lo striscione "siamo tutti tabaccai". Salvini ha commentato, come riferisce "La Repubblica" dicendo che la sentenza "non è un invito a farsi giustizia da soli, ma un sospiro di sollievo per la gente perbene; candideremo Petrali alle prossime elezioni comunali".
Di altro segno il commento di Stefano Boeri, capolista PD alle comunali secondo il quale è sbagliato lasciare che i tabaccai, i negozianti ed i taxisti si difendano da soli.
Chiediamo ai nostri venticinque lettori: ritenete adeguate le attuali norme in tema di legittima difesa?
Chiediamo ai nostri politici ed agli esperti: qualcuno vuole elaborare una riforma delle vetuste norme che regolano la scriminante della legittima difesa?

Casale Monferrato è una città che vive una strage silenziosa, quella del cancro ai polmoni, sempre mortale, provocato dall'amianto.
Il 28 aprile è la giornata mondiale delle vittime dell'amianto e sono previsti un convegno internazionale, la proiezione, al teatro municipale, del documentario "Polvere" e la redazione di un documento con l'appello per la cessazione dell'uso dell'amianto nel mondo.
Gli studenti delle scuole superiori di Casale Monferrato, nel mese di maggio, si sdraieranno simbolicamente per le vie cittadine, per dare una idea visiva dello sterminio causato dall'amianto.

Piero Sarro, 40 anni, ha trascorso oltre nove mesi in una cella del carcere di Asti, accusato di aver effettuato una rapina in una farmacia sempre ad Asti.
Gli elementi di accusa nei suoi confronti erano costituiti da un filmato del sistema di videosorveglianza, che aveva ripreso il rapinatore mentre concludeva una telefonata, appena prima di aggredire il farmacista; nonchè dai tabulati telefonici che "dimostravano" che il cellulare del Sarro aveva terminato una chiamata proprio al momento della rapina. Ma si è scoperto che i sistemi di relevazione delle chiamate telefoniche era mal tarato e l'esame antropometrico del filmato, effettuato da un docente dell'università di Torino, ha dimostrato in modo inequivocabile che si trattava di una persona diversa.
Domanda finale a questo ennesimo caso di malagiustizia.
Che giustizia vogliamo: quella in cui si va un tanto al chilo, con grave pericolo per gli innocenti e grande sollievo per i veri colpevoli, oppure una giustizia che tuteli gli onesti?

Segnalo il libro del professor Ugo Mattei, docente all'Università di Torino ed all'università della California, libro dal titolo "L'acqua e i beni comuni".
L'autore sostiene il referendum sulla privatizzazione dell'acqua.
Trattasi di un argomento su cui riflettere.

lunedì 21 marzo 2011

LIBIA: TERZO GIORNO DI GUERRA E GLI ATTACCHI NON SI FERMANO

Continuano gli scontri in Libia.
Venerdì il via libera dell'Onu di attaccare le forze armate del colonnello Gheddafi. La coalizione anti-Gheddafi, composta da Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti coinvolta nell'operazione "Odyssey Dawn", non si ferma.
L’ammiraglio William Gorney, del Pentagono ha dichiarato che anche gli attacchi aerei condotti sulla Libia hanno avuto molto successo; ha inoltre precisato che nelle operazioni di imposizione della no fly zone sono coinvolti anche altri quattro Paesi: Italia, Canada, Belgio e Qatar.
Infatti anche sei Tornado italiani sono decollati dalla base di Trapani Birgi domenica, per distruggere i sistemi radar libici. L'operazione sarebbe perfettamente riuscita e gli aerei italiani sono poi rientrati alla base.
Il colonnello Gheddafi, durante un messaggio alla Tv di Stato libica, ha detto «Italia, sei traditrice», poi ha mosso accuse di tradimento anche verso la Gran Bretagna, la Francia e gli Stati Uniti.
Poco prima della missione italiana era scattato il cessate il fuoco, ma la tregua è durata poco, infatti il consigliere per la Sicurezza nazionale di Barak Obama, Tom Donilon ha sottolineato: "Non è la prima volta che le autorità libiche dichiarano la loro intenzione di applicare un cessate il fuoco per mettere fine alle violenze contro la popolazione civile libica." Frattini ha poi aggiunto "Noi auspichiamo che questa volta alle dichiarazioni facciano seguito azioni concrete".Tuttavia non si poteva più tollerare il massacro attuato dal rais contro il suo stesso popolo e pertanto l'Onu è dovuto intervenire per difendere i diritti umani. Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano ha così affermato «Non siamo entrati in guerra. Siamo impegnati in un operazione autorizzata dal Consiglio di sicurezza dell’Onu», come cita "Il Secolo XIX.it".
Il "Corriere.it" scrive: "Per la seconda volta, anche il Regno Unito ha lanciato dal Mediterraneo missili (da crociera) Tomahawk da un sommergibile di classe Trafalgar nel quadro di un piano coordinato della coalizione per applicare la risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'Onu che autorizza il ricorso alla forza contro il regime del colonnello Muammar Gheddafi", ha spiegato il generale John Lorimer.
Gli Stati Uniti, per voce del proprio presidente Barak Obama, hanno annunciato che nei prossimi giorni passeranno il comando dell'operazione ai franco-britannici, in quanto le truppe statunitensi sono già impegnate in due conflitti. Per ora sarebbero 124 i missili Usa lanciati contro la Libia.
Colpito da un missile anche il bunker di Gheddafi che, secondo alcune dichiarazioni del portavoce del regime, sarebbe stato distrutto completamente.
Intanto sale vertiginosamente il bilancio delle vittime degli scontri, come riporta il portavoce del Consiglio nazionale di transizione di Bengasi, Hafiz Ghoga: i morti e martiri sono già 8.000.
Notizia dell'ultima ora, ancora da confermare, sarebbe la morte del capitano dell'esercito Khamis Gheddafi, uno dei sei figli del colonnello Muammar, che sarebbe deceduto ieri a Tripoli. Khamis sarebbe morto per le ferite riportate nei giorni scorsi, quando un pilota dell'aviazione libica passato con l'opposizione avrebbe aperto il fuoco contro di lui.


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- Come finirà questa guerra: sarà una guerra lampo o durerà a lungo come proclamato da Gheddafi?
- Condividete l’atteggiamento adottato dal Governo italiano?