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giovedì 21 maggio 2009

Come si diventa notaio: la leggenda della "casta"



Intervista di Ambra Di Tommaso al notaio Roberto Milano.

Domanda: “Notaio Milano, è vero ciò che si dice sul vostro conto, ovvero che per diventare notai bisogna essere figli di un notaio?”

Risposta: “Beh nel mio caso no, perchè non sono figlio di un notaio. Le statistiche ci dicono che solo il 17,5% dei notai è figlio di un notaio, e questa tra l’altro è una media inferiore rispetto ad altre professioni o altre attività autonome, pensiamo ad esempio ai figli degli imprenditori o degli artigiani che normalmente, forse anche in misura superiore, ereditano l’attività del padre. Questo perchè la professione notarile non è una professione che si eredita ma che si conquista con un concorso molto selettivo e imparziale che ovviamente non distingue tra figli di notai e figli di non-notai, quindi non è possibile un meccanismo di ereditarietà e di successione.”

Domanda: “A tale riguardo può illustrarci le modalità dell’accesso alla professione? In altre parole come si diventa notaio?”

Risposta: “L’accesso alla professione è piuttosto difficile poiché si vuole mantenere alto il livello qualitativo necessario per svolgere questa attività. Quindi occorre la laurea in giurisprudenza, la pratica notarile e infine bisogna superare un concorso molto selettivo, che ha una percentuale di successo intorno al 5-10 % al massimo. Questo perchè essendo l’attività del notaio particolarmente difficile è necessario che chi vi accede venga verificato nei sui requisiti culturali. Certamente la rigidità dei criteri selettivi può essere uno svantaggio per i giovani che vogliono intraprendere l’attività notarile, purtroppo la realtà è questa. Se si potesse accedere alla professione senza avere i necessari requisiti culturali, o utilizzando delle improbabili scorciatoie, la realtà andrebbe a smentire le speranze iniziali. Ciò può essere un danno per lo stesso professionista ed un danno per gli utenti che a lui si rivolgono.”

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