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lunedì 18 aprile 2011

UN TITOLO FIN TROPPO FACILE: IL RITORNO DI LA GANGA

Molti sono i modi per passare il sabato sera; io l'ho passato in un modo forse non esaltante, sentendomi tre discorsi.
Il primo era un discorso del Presidente siriano Bashar Assad, trovato in qualche modo su internet. Il Presidente, stante la nota situazione che sta attraversando il paese, ha annunciato alcune aperture, quali l'abolizione della legge marziale in vigore dagli anni sessanta e l'introduzione di una sia pur minima libertà di espressione. Il tutto ovviamente per difendere la Siria dalla congiura in atto ordita dalle potenze straniere.
Per avere maggiori dettagli ho chiamato la mia amica siriana (per capire chi sia bisognerebbe però avere la pazienza di leggere il mio post dal titolo "Il deputato siriano").
Lei però mi ha confessato che le cose non stanno proprio così. Il Parlamento siriano è un organo praticamente privo di poteri (anche se la costituzione ne attribuisce qualcuno), che si limita a ratificare le decisioni del Presidente. Le elezioni del Parlamento (l'ultima è del 2007), nelle quali comunque la maggioranza è riservata per legge al partito del Presidente, sono una farsa nella quale si assiste ad offerte di danaro addirittura nei seggi elettorali. Il seggio in parlamento è comunque molto ambito, sia per motivi di stipendio (60.000 dollari in un paese in cui lo stipendio medio è 2.000 dollari l'anno), sia perchè il seggio sarebbe il viatico per partecipare al grande business del paese, la corruzione endemicamente diffusa come in tutti i paesi in via di sviluppo (e non solo...).
L'altro discorso, che ho ascoltato su un canale di Sky, è quello di Berlusconi al congresso del movimento "Al servizio degli Italiani".
Anche qui il Leader evoca la vera minaccia contro la quale combattere, la magistratura, nell'ambito della quale si annidano soggetti che lavorano per l'eversione dell'ordine costituzionale.
Lui ci sta provando a combattere contro la magistratura, ma la lotta è dura, anche perchè molti remano contro. Infatti quando il Leader propone una legge, questa deve essere approvata dal Parlamento, che ci mette un sacco di tempo e fa tante storie. Quando poi il Parlamento adempie alla propria funzione di approvare le pretese del Leader, ad essere d'accordo deve essere anche il Presidente della Repubblica, che anche lui ogni tanto si mette di traverso. Ma non basta ancora, perchè se l'idea del Leader non piace a qualche magistrato, quest'ultimo lo dice alla Corte Costituzionale che abroga la legge.
Insomma, ci sarebbe da fare qualche taglio.
Il terzo discorso, sempre su Sky, è quello di Bersani, segretario del PD, in occasione degli incontri organizzati da quel partito per le celebrazioni della unità d'Italia.
Il tema era: cos'è il PD e che modello ci siamo dati.
Sarà stato per l'ora ormai tarda, ma francamente non ho capito nulla.
Ho cercato oggi lumi sui quotidiani, ma nessuno ne parlava in modo particolare.
Sfogliando i giornali, ho notato su La Stampa una vignetta.
La vignetta mostra Craxi vestito da boss mafioso, con alle spalle loschi figuri, mentre dice: "Fermi tutti! Arriva La Ganga" e fu pubblicata sul Corriere della Sera ben ventotto anni fa.
Giusy La Ganga era un esponente del Partito Socialista che Craxi mandò a Torino come commissario del partito medesimo, quando in questa città cominciarono ad emergere i primi casi di corruzione. Peccato però che La Ganga, dal cognome indubbiamente sfortunato, appena giunto all'aeroporto, venne, come si diceva allora, raggiunto da comunicazione giudiziaria, finì nelle inchieste di tangentopoli e patteggiò una pena di venti mesi, pena tra le più alte mai inflitte ai politici allora coinvolti.
Ora Giusy La Ganga ritorna e si candida nelle liste del PD in appoggio a Fassino candidato sindaco. Sulla cronaca di Torino di Repubblica vi è l'indicazione di un altro politico con storia simile, tale Giancarlo Quagliotti, condannato nel 1993 per le tangenti che la Fiat pagava ai DS ed ora, ovviamente, coordinatore politico della campagna elettorale di Fassino.
Ormai si è fatto tardi, è ora di chiudere. Bashar Assad, la deputata siriana, menomalechesilvioc'è, Giusy la Ganga abbandonano il set e se ne vanno pure loro.
Rimango con un interrogativo: com'è possibile una cosa del genere?
Una risposta forse la trovo in un articolo di Gramellini comparso qualche giorno fa in prima pagina su La Stampa, dedicato proprio a La Ganga. Si domanda l'autore: per qual motivo per trovare persone che si impegnano in una campagna elettorale bisogna ricorrere ad un ultrasessantenne per giunta condannato per ricettazione? Risponde l'autore: perchè gli altri, cioè tutti noi, hanno mostrato indifferenza per la politica, ritenendola qualcosa di poco utile ed interessante, delegando ai soliti noti la cura dei propri interessi. Errore.

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