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lunedì 4 aprile 2011

IL DEPUTATO SIRIANO

Mala tempora currunt in Siria; il paese mediorientale è investito anch'esso dal vento della libertà che soffia in questo periodo in nord Africa ed in tutto il mondo arabo.
Il paese è governato da cinquant'anni in modo dittatoriale dalla faglia Assad, prima il padre Hafez Assad adesso il figlio Bashar Assad.
In uno dei paesi del Medio Oriente, dove non ci sono garanzie costituzionali, dove la legge marziale è in vigore dal 1963, sono scoppiate manifestazioni e rivolte, duramente represse dal regime, con l'immancabile strage di manifestanti nelle principali città del paese.
Uno spiraglio sembrava essersi aperto quando il Presidente Assad ha dimissionato il governo ed ha annunciato di voler tenere un discorso alla nazione.
Anche gli osservatori occidentali hanno colto l'importanza di questo discorso, tant'è che il medesimo è stato trasmesso da molte televisioni satellitari e anche da un canale di Sky.
Ho potuto quindi assistere anch'io al discorso, con la traduzione simultanea in italiano, rendendomi anche conto di come sia difficile per il traduttore rendere simultaneamente gli stessi concetti utilizzando lingue così strutturalmente e concettualmente diverse come l'arabo e l'italiano.
E' molto bella l'aula di Damasco; le pareti sono in legno finemente intarsiato, con i tipici disegni arabi; gli stessi parlamentari portavano un abbigliamento molto variopinto, alcuni con il tipico copricapo arabo, altri con una tunica colorata, altri ancora vestiti all'occidentale; le donne portavano tutte un colorato foulard.
Il leader è arrivato con molto ritardo, come si conviene ai grandi; è stato accolto dai fragorosi applausi di tutti i deputati che festanti si sono stretti attorno a lui e tutti si sono messi a cantare.
Il traduttore non ha tradotto il testo del canto, ma uno spettatore italiano non ha potuto non pensare che si trattasse di qualcosa tipo “MENO MALE CHE ASSAD C'È” o qualunque stupidaggine del genere.
Il discordo di Assad non ha fatto sperare in nulla di buono; è stato giudicato insoddisfacente dal dipartimento di stato americano e dalle diplomazie europee.
Il senso del ragionamento è stato questo. Ci sono due grandi pericoli: un complotto internazionale contro il nostro Paese, ai quali non deve essere troppo estraneo lo storico nemico israeliano; all'interno della nazione dei facinorosi, per l'ignoranza, incapacità o bieco interesse, si mostrano sensibili ai messaggi che arrivano dall'esterno.
Ma per fortuna che c'è il leader che saprà respingere tutti i pericoli e saprà valutare con la propria saggezza se e quali cambiamenti siano opportuni per la nazione.
La cosa che mi ha colpito di più è stata questa. Il discorso era continuamente interrotto da interventi dei parlamentari che pronunciavano elogi e frasi di ringraziamento all'indirizzo del dittatore.
Per esempio, un signore molto distinto, vestito all'occidentale, si è alzato in piedi e sollevando le braccia al cielo ha esclamato: “Assad, il Medio Oriente per te è troppo piccolo!”. Una signora giovane, molto ben vestita, con degli espressivi occhi neri, bella quasi come alcuni ministri della Repubblica italiana. Si è alzata e, con il sorriso sulle labbra, ha pronunciato parole che il traduttore non ha tradotto, ma alle quali il leader ha risposto: “La tua grazia e la tua gentilezza avranno una ricompensa.”.
Credo di essere un utente televisivo, ahimè, troppo assuefatto o troppo smaliziato per non capire che tutto era stato pazientemente programmato, con una regia attenta e scrupolosa, con discorsi e interventi preconfezionati ed imparati a memoria. Insomma ho assistito a una fiction; pur pensando di assistere, così me lo hanno venduto, ad un momento politico importante nella vita di una nazione.
Ho in realtà visto uno spettacolo che si inquadra nella stessa categoria televisiva del “Grande Fratello”, di “Amici”e dell' “Isola dei Famosi”.
Facendo queste malinconiche riflessioni davanti alla tv, seduto nel salotto di casa mia, mi ponevo alcune domande e facevo qualche riflessione, la prima è questa.
Essendo il Parlamento un luogo dove, con la discussione e il confronto, si formano le opinioni e si prendono le decisioni, cosa ci è andata a fare, quella mattina, al parlamento di Damasco, la nostra deputata dai begli occhi neri, dato che tutto ormai era già stato stabilito? Per così, non poteva andare al suo posto la signora Marina Villa?
La signora Marina Villa è una partecipante alla trasmissione televisiva “Forum”, durante la quale la stessa ha affermato di essere aquilana e ha detto un gran bene di come Berlusconi ed il suo governo hanno fronteggiato il problema del terremoto in Abruzzo.
Subito dopo però, ad un giornalista che la intervistava, ha candidamente confessato che non era vero nulla, che non era terremotata e che aveva inventato tutto per un compenso di 300 euro. Del resto, sappiamo bene, al giorno d'oggi, con la crisi che c'è, 300 euro sono 300 euro; inoltre, aggiungo io, al giorno d'oggi valori come l'onestà intellettuale, la dignità, il rigore morale, valgono immancabilmente meno di qualsiasi cifra, anche minima sia proposta in cambio.
Ecco gli elementi della politica-fiction. Un pericolo gravissimo, mortale, che magari non esiste, ma che se anche non esiste ce lo possono inventare: le potenze straniere, le forze del male combattono contro la Siria.
Scatta lo show: il grande leader, Assad, interviene e risolve, fra l'entusiasmo generale, tra le ovazioni e gli applausi degli astanti.
Tutti glia altri problemi: il rispetto dei diritti umani, la povertà, la corruzione, la legge marziale in vigore da 48 anni, la feroce repressione, semplicemente non esistono, coperti dal fragore degli applausi, nascosti sotto i legni intarsiati del Parlamento di Damasco.
Ma la politica-fiction è una esclusiva di Assad e dei siriani?
Qualcosa mi dice che non sia proprio così.
Trasferiamoci in un altro paese, lontano ma non lontanissimo, anch'esso bagnato dal Mar Mediterraneo.
Un pericolo mortale sta minacciando quel paese; uno tsunami umano di centinaia di migliaia di individui sporchi, malvestiti, di carnagione scura, sta per abbattersi sulle sue coste, tutto distruggendo.
Sono prevalentemente terroristi e delinquenti, anche se, ad essere onesti, tra loro qualcuno normale potrebbe anche esserci. Non importa se ne sono arrivati solo 6000 perchè, se li tengono tutti a Lampedusa, sono comunque addirittura di più dei residenti italiani, sporcano ovunque (del resto hanno dato loro solo due bagni), rubano le arance (del resto hanno distribuito 4000 pasti per 6000 persone), dormono per terra sul molo (dove, peraltro, li hanno tenuti).
Ecco, il pericolo mortale c'è, lo abbiamo costruito e allora....via con lo show.
Già all'alba i militari sono al lavoro per ripulire l'isola dalla sporcizia, arrivano, traghetti per imbarcare i migranti (se fossero arrivati prima il problema per Lampedusa non ci sarebbe stato), viene preparata l'area per il discorso del leader.
“Basta cu' sti minchia di cartelli”, grida il Sindaco di Lampedusa a degli ingenui che pensano far politica esponendo cartelli di protesta.
Gli sprovveduti non avevano capito che essere su un set della politica-fiction, dove la politica e basta non c'entra nulla.
Con il ritardo che si conviene ai grandi arriva il leader. Il nostro, a differenza di Assad, è anche un bravo imprenditore e dice di aver comprato lì una villa, di voler abbassare le tasse, di voler costruire un casino' ed un campo da golf.
Gli stessi ingenui di prima avranno pensato che i migranti non sono capaci a giocare a golf, né sono venuti in Italia per questo.
Ma ancora una volta gli ingenui non hanno capito nulla, non sanno che la fiction ha le proprie regole, ben più irrazionali ed emotive rispetto alla squallida logica umana.
Finito il discorso del leader, la deputata siriana spalanca i suoi begl'occhi neri e prorompe in un fragoroso applauso. Applaude anche la Signora Marina Villa dall'Abruzzo, applaudono il deputato siciliano, il Sindaco di Lampedusa, tutti gli astanti. Sorge spontaneo sul set il coro “Silvio, Silvio”; anche qui si leva un canto, questa volta in italiano e non in arabo, ed ormai noto a tutti “MENOMALE CHE SILVIO C'E'.”.
Concludiamo il nostro viaggio nel Mediterraneo, spostandoci su un altro set.
La fiction entra nel vivo quando il Ministro della Difesa manda affanculo (scusate il termine, ma se lo usano loro...) il Presidente della Camera, il Ministro della Giustizia lancia in aria la sua tessera magnetica che un esponente dell'opposizione raccoglie e mostra ai giornalisti come un trofeo; il mitico Scilipoti mostra insospettate doto atletiche e si lancia in una acrobatica corsa, immortalata sui quotidiani del giorno dopo, pur di arrivare in tempo a votare.
In quale circo siamo capitati? Il luogo è molto austero, con velluti rossi e legni intarsiati: è il Parlamento di Roma e, non ho detto bruscolini. Roma è la città nella quale, tanti ma tanti anni fa hanno inventato tutta la storia (anche se, a dire il vero, hanno poco copiato dai greci); quindi dovrebbe essere un luogo sacro.
Ma la politica-fiction non ha rispetto per nessuno.
C'è un pericolo mortale: la magistratura.
“La magistratura?” Chiede con espressione sorpresa la deputata siriana che era rimasta sul set e cominciava ad incuriosirsi delle fiction italiane.
Beh, no, non proprio, non tutta la magistratura, certo ci sono magistrati seri, che saranno magari la maggioranza, ma c'è anche un gruppo di magistrati comuni che perseguitano il nostro leader e che, se non fermati in tempo, distruggeranno la nostra democrazia.
E allora parte lo show...
Tutti a litigare sul processo breve, sulla prescrizione breve, sul legittimo impedimento, sul conflitto di attribuzione, sulla nipote di Mubarak, sulla consigliera comunale, sui politici “acquisti”....
Intanto i veri problemi: le organizzazioni criminali che producono una fetta consistente della ricchezza della nazione; una economia almeno per un quarto in nero; la corruzione, il secondo debito pubblico del mondo; falsi liberalizzatori che sotto il feticcio della concorrenza realizzano giganteschi oligopoli; tutti finiscono coperti dagli strepiti delle liti, nascosti dietro i legni intarsiati del parlamento.
Il deputato Siriano, la signora d'Abruzzo, il Sindaco di Lampedusa, i traghetti, i migranti, Bashar Assad, tutti quanti sul set, per oggi la politica fiction è finita.
Ed io rimango sempre più confuso e perplesso: che siano tutti d'accordo. Maggioranza ed opposizione, destra e sinistra, a lasciare le cose così come stanno, tanto a qualcuno fanno comodo? Mah!
Oggi un amico mi ha dato un volantino sul quale è raffigurato il volto di una ragazza con le cuffie sulle orecchie. In alto c'è scritto “Non vuoi sentirne più?” e sotto “Migliora la politica, fai politica tu.”.
Quasi quasi ne mando uno alla deputata siriana.

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